Terra Santa, il Papa abbraccia i padri di due bimbe uccise in guerra: amici uniti dalla croce
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
La loro storia, la loro stessa presenza, uno a fianco all’altro, è la testimonianza tangibile che non tutto è perduto e che c’è una luce a sovrastare il “buio” che attanaglia quest’ora del mondo. Bassam Aramin e Rami Elhanan, uno arabo e l’altro israeliano, sono “due persone, due papà” accomunati dal dolore più grande per un genitore: perdere il proprio figlio. Bassam ha visto morire la sua Abir a 10 anni nel 2007 fuori dalla sua scuola a causa di un proiettile di gomma sparato da un soldato israeliano; Rami ha perso la sua Smadar, 13 anni, nell'attacco suicida palestinese del 1997 a Gerusalemme mentre faceva shopping con le amiche. Due tragedie speculari, espressione di quella violenza che attanaglia la Terra Santa, dopo le quali i due uomini si sono incontrati e hanno piantato il loro dolore nel terreno buono della speranza per far crescere dal male frutti di bene, di giustizia e riconciliazione.
Il saluto del Papa
Oggi Bassam e Rami - in Italia in questi giorni - erano presenti in Aula Paolo VI all’udienza generale del mercoledì, seduti vicini e accompagnati dal direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV), Lorenzo Fazzini. Francesco li ha ricevuti in mattinata, prima dell'udienza, nell'Auletta: un saluto, un abbraccio, uno scambio di doni. Poi li ha salutati nuovamente durante il baciamano, ma prima, a conclusione della catechesi sulla virtù cristiana della pazienza, ha voluto attirare l'attenzione del mondo sulla loro storia: “Qui oggi, in questa udienza, ci sono due persone, due papà. Sono i primi: uno israeliano e uno arabo”, ha detto.
Ambedue hanno perso le loro figlie in questa guerra e ambedue sono amici; non guardano all’inimicizia della guerra, ma guardano l’amicizia di due uomini che si vogliono bene e che hanno passato per la stessa crocifissione
"Grazie per la vostra testimonianza"
Bassam e Rami sono oggi i volti più noti della Parents Circle Families Forum, organizzazione di base di famiglie palestinesi e israeliane che hanno perso i propri familiari a causa del conflitto in Terra Santa e che sono animati dal desiderio di una pace duratura. La loro storia è raccontata interamente nel libro pluripremiato dello scrittore irlandese Colum McCann - presente nell'udienza del Papa con gli artisti il 23 giugno scorso, e vincitore del Premio Terzani - dal titolo Apeirogon, che prende il nome da un poligono dal numero infinito di lati. Come infinite sono le sfumature di queste testimonianze e del contesto difficile in cui esse sono maturate. Francesco esorta i fedeli a riflettere sulla storia di questi due papà e a guardarla come faro in questi tempi feriti della storia, esprimendo al contempo la sua personale gratitudine.
Pensiamo a questa testimonianza tanto bella di queste due persone che hanno sofferto nelle loro figlie la guerra della Terra Santa. Cari fratelli, grazie per la vostra testimonianza
Appello per Ucraina e Medio Oriente
Non manca nelle parole del Papa, durante i saluti ai fedeli di lingua araba, anche un ricordo delle “vittime innocenti delle guerre” e la preghiera che “Cristo con la sua Resurrezione conceda la pace e la consolazione”. Appello che prende la forma di una supplica urgente nel saluto agli italiani: “Fratelli e sorelle, preghiamo per la pace!”
Che il Signore ci dia la pace nella martoriata Ucraina che sta soffrendo tanto sotto i bombardamenti. Anche in Israele e Palestina, che ci sia la pace in Terra Santa. Che il Signore ci dia la pace a tutti come dono della sua Pasqua
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