Il Papa: i cristiani testimonino unità in un mondo ferito da divisioni e rivalità
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
In un mondo come quello di oggi "ferito" da divisioni e rivalità, i cristiani di tutte le tradizioni sono chiamati a dare testimonianza dell’“unità” e dell’“amore” di Dio nella vita non solo ecclesiale ma anche in quella “personale. Papa Francesco si appella ai cristiani di tutto il mondo, inclusi quelli “provenienti da espressioni storiche differenti della fede cristiana”, chiedendo loro di rinvigorire il “rispetto reciproco” e la “fratellanza” come balsamo sulle lacerazioni provocate anzitutto dalle guerre. Il Papa invia un messaggio ai partecipanti al IV Raduno Mondiale del Global Christian Forum, in corso dal 16 al 19 aprile ad Accra, in Ghana. Uno spazio, l’appuntamento - quest’anno dedicato al tema “Che il mondo possa sapere” - che unisce cattolici, ortodossi, protestanti, evangelici, pentecostali, chiese indipendenti e organizzazioni ecumeniche, per approfondire i legami e i punti in comune, condividere storie di fede, capire come affrontare le sfide contemporanee ed esplorare nuovi modi per promuovere l’unità dei cristiani in un periodo di cambiamenti significativi anche per lo stesso cristianesimo globale.
Un bel mosaico del cristianesimo
Una assemblea diversificata, quindi, quella riunita nel Paese africano che, afferma Francesco nel messaggio, “rispecchia un bel mosaico del cristianesimo contemporaneo con la sua ricca diversità, pur rimanendo fondato sulla nostra comune identità di seguaci di Gesù Cristo”. E proprio perché seguaci, “l’unità è un elemento indispensabile per abbracciare la visione del Regno di Dio”, ribadisce il Papa. Nella sua storia lunga venticinque anni, il Global Christian Forum ha contribuito in modo significativo a promuovere questa unità, creando “uno spazio in cui i membri, specialmente quelli provenienti da espressioni storiche differenti della fede cristiana, crescono nel rispetto reciproco e nella fratellanza incontrandosi gli uni gli altri in Cristo”.
Affrontare le sfide della comunità cristiana globale
Augurio di Francesco è perciò che il raduno ad Accra possa “rendere più profonda la vostra fede e ravvivare il vostro amore fraterno mentre pregate insieme, vi raccontate le vostre storie personali e affrontate le sfide che si pongono alla comunità cristiana globale”.
Il saluto di monsignor Flavio Pace
Il testo del Papa è letto da monsignor Flavio Pace, nominato nel febbraio scorso segretario del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che il prossimo 4 maggio riceverà l’ordinazione episcopale nel Duomo di Milano. Proprio a questo evento fa riferimento lo stesso Pace nel suo saluto al raduno: “Grazie – dice - perché mi avete accolto come un fratello e un amico nel nostro comune cammino spirituale. Sento questi giorni come parte del mio ritiro spirituale in preparazione alla mia consacrazione episcopale”.
Nel suo intervento, monsignor Pace loda il Global Christian Forum come “strumento ecumenico prezioso”, oltre che “testimonianza convincente” dell’unità tra i cristiani anche se declinata “in diversi modi”. Il Forum “manifesta un senso della nostra appartenenza comune a Cristo, che trascende differenze culturali, razziali o ecclesiali”, sottolinea, e “crea uno spazio aperto dove tutti sono valorizzati e rispettati come membri dello stesso corpo di Cristo oltre le linee denominazionali”. Pregare insieme, scambiarsi esperienze di fede personali ed ecclesiali e discutere questioni di comune interesse, “sfida le percezioni del mondo sul cristianesimo come semplicemente una fonte di divisione e conflitto, dimostrando il potere trasformativo del Vangelo nel portare guarigione e ristoro”, afferma il segretario del Dicastero per l’Unità dei Cristiani.
Sinodalità ed ecumenismo
Si sofferma poi sul cammino sinodale avviato dal Papa nel 2021 e che sta coinvolgendo la Chiesa cattolica dei cinque continenti. In questo processo “senza precedenti”, spiega, “il dialogo tra cristiani di diverse comunioni unite da un unico Battesimo occupa un posto significativo”. La stessa Relazione di sintesi, pubblicata al termine della sessione di ottobre 2023, afferma chiaramente: “Non può esserci sinodalità senza dimensione ecumenica”. E lo ha dimostrato pure la presenza di diversi delegati fraterni ai lavori dello scorso autunno. “Un numero ancora più grande sarà invitato alla sessione conclusiva nell’ottobre di quest’anno”, annuncia monsignor Pace, che cita pure la veglia di preghiera ecumenica “Together” che ha aperto l’Assemblea Sinodale come “segnale chiaro e credibile del desiderio di camminare insieme nello spirito di unità della fede e dello scambio di doni”.
Sinodalità ed ecumenismo, quindi, sono strettamente collegate. Anche il raduno in Ghana, afferma il futuro vescovo, è “animato dallo spirito di sinodalità”. “Pregando e lavorando insieme, possiamo mettere in comune le nostre risorse, i nostri talenti e le nostre intuizioni”: solo così sarà possibile “affrontare sfide comune” e “promuovere il Vangelo” sempre insieme.
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