Il Papa: dolore per i volontari uccisi a Gaza. Troppi ragazzi morti nella pazzia della guerra
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Francesco fa due volte un respiro profondo, mentre con gli occhi socchiusi guarda la folla di 25 mila fedeli in Piazza San Pietro per l’udienza generale. Stringe le labbra prima di parlare, come a trattenere la commozione, poi, abbassato lo sguardo verso il foglio passatogli poco prima dal suo collaboratore, scandisce: “Purtroppo continuano a giungere tristi notizie dal Medio Oriente…”. La voce è tremante.
Torno a rinnovare la mia ferma richiesta di un immediato cessate il fuoco nella Striscia
Rammarico per i volontari del World Central Kitchen uccisi
È un nuovo appello, l’ennesimo dallo scoppio del conflitto dopo il 7 ottobre, da parte del Papa per Gaza devastata dai bombardamenti, dove si contano al momento 32.900 morti, secondo i dati distribuiti dal Ministero della Sanità gestito da Hamas. A questi si sono aggiunti i sette volontari della ong World Central Kitchen, uccisi due giorni fa mentre distribuivano cibo alla popolazione civile. Un drone ha sparato per tre volte contro il convoglio sul quale stavano viaggiando. I sette cooperanti - due palestinesi con doppia nazionalità (Stati Uniti e Canada) e cinque cittadini di Australia, Regno Unito e Polonia - avevano preso ogni precauzione per non farsi sparare addosso: si stavano spostando su un percorso che era stato concordato in anticipo con l'Idf, ma hanno trovato tutti la morte a pochi minuti l'uno dall'altro. L'episodio ha suscitato lo sdegno internazionale; il premier Benjamin Netanyahu lo ha definito un "tragico caso in cui le nostre forze armate colpiscono involontariamente persone innocenti. Accade in tempo di guerra". Per il Papa è forte il dolore per queste nuove vittime.
Esprimo il profondo rammarico per i volontari uccisi mentre erano impegnati nella distribuzione degli aiuti alimentari a Gaza. Prego per loro e le loro famiglie…
Accesso agli aiuti e liberazione degli ostaggi
Francesco rinnova poi la richiesta che venga permesso alla popolazione civile di Gaza “stremata e sofferente, l’accesso agli aiuti umanitari”; al contempo chiede, come ormai da mesi, che “siano subito rilasciati gli ostaggi” israeliani rapiti nel brutale assalto del 7 ottobre e ancora nelle mani di Hamas. Dal Pontefice pure la supplica di evitare “ogni irresponsabile tentativo di allargare il conflitto nella regione”
Ci si adoperi affinché al più presto possano cessare questa e altre guerre che continuano a portare morte e sofferenze in tante parti del mondo
Il Rosario e il Nuovo Testamento di Oleksandr, ucraino morto a 23 anni
Proprio allargando lo sguardo al mondo, dalla Terra Santa il pensiero va alla “martoriata Ucraina”, dove si contano “tanti morti”. Il Papa si gira da un lato e prende in mano un piccolo libricino con una copertina verde militare mimetica e un sacchetto nero. “Ho nelle mani un Rosario e un libro del Nuovo Testamento lasciato da un soldato morto nella guerra”, spiega. “Questo ragazzo si chiamava Oleksandr, Alessandro, 23 anni”. Glieli aveva regalati lo scorso 13 marzo, il giorno in cui festeggiava gli undici anni di pontificato, suor Lucía Caram, monaca contemplativa domenicana di origini argentine, residente a Barcellona ma dall'inizio del conflitto impegnata per gli aiuti in Ucraina. La religiosa era stata ricevuta nello Studio dell’Aula Paolo VI prima dell’udienza generale e aveva portato al Papa la coroncina e la Bibbia di questo giovane originario di Bakhmut, morto ad Avdika. Francesco li aveva menzionati già nel post catechesi di quel giorno.
“Alessandro – dice oggi, di nuovo commosso - leggeva il Nuovo Testamento e i Salmi e aveva sottolineato nel libro dei Salmi il Salmo 129: Dal profondo a te grido, o Signore. Signore ascolta la mia voce. Questo giovane “ha lasciato davanti una vita”, aggiunge, “e questo è il suo Rosario e il suo Nuovo Testamento che lui leggeva e pregava”.
Io vorrei fare in questo momento un po’ di silenzio tutti, pensando a questo ragazzo e a tanti altri come lui morti in questa pazzia della guerra. La guerra distrugge sempre, pensiamo a loro e preghiamo
Pregare Dio per una pace giusta
Nella Piazza per qualche istante si sente solo il rumore del vento: tutti pregano e si uniscono alla supplica del Vescovo di Roma. Preghiere, Jorge Mario Bergoglio, ne aveva chieste anche nel saluto di poco prima ai pellegrini polacchi quando, ricordando la Domenica della Divina Misericordia, ricorrenza istituita da Giovanni Paolo II che cade nei prossimi giorni e che rammenta il messaggio trasmesso da Santa Faustina Kowalska, ha detto: “Non dubitiamo mai dell'amore di Dio, ma affidiamo con costanza e fiducia la nostra vita e il mondo al Signore, chiedendogli in particolare una pace giusta per le nazioni martoriate dalla guerra”.
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