Francesco: i cristiani siano amici, nemici ne abbiamo tanti fuori
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Amici, siano tutti amici i cristiani e non nemici, che già ce ne sono tanti fuori. Ancora un appello all’unità e alla fraternità da parte del Papa nell’udienza di questa mattina, 22 maggio, all’Hong Kong Christian Council, organizzazione ecumenica cristiana protestante fondata nel 1954 nell'ex colonia britannica. Francesco ha ricevuto una delegazione di membri nel Palazzo Apostolico, prima dell’udienza generale in Piazza San Pietro, accompagnata dal cardinale Stephen Chow. A loro il Pontefice ha rivolto un breve discorso a braccio in cui anzitutto ha espresso la gratitudine “per questa visita che è una vera consolazione”.
Vedere tutti i fratelli uniti, fratelli e sorelle cristiani uniti
Il ricordo del vescovo Zizioulas
Francesco cita “un grande vescovo ortodosso”, il teologo greco Zizioulas, morto il 2 febbraio 2023, quando diceva che “l’unità delle Chiese cristiane la avremo soltanto nel giorno del giudizio finale”. Ma “nel frattempo - aggiungeva - dobbiamo pregare insieme e lavorare insieme”. Ecco, questa è la strada: “Lavorare insieme, perché tutti crediamo in Gesù Cristo; pregare insieme, pregare per l’unità”.
Il Battesimo ci fa cristiani
Ancora il Papa si affida alle parole di un altro grande patriarca ortodosso di Costantinopoli, Athenagora, che quando incontrò Papa Paolo VI, disse: “Facciamo una cosa: mettiamo i teologi tutti in un’isola, perché loro litigano fra loro e noi andiamo avanti in pace”. “Molto grazioso! L’importante: abbiamo lo stesso Battesimo e questo ci fa cristiani”, sottolinea Papa Francesco.
Nemici, ne abbiamo tanti fuori. Siamo amici! Nemici, fuori; qui, amici
Uniti dai martiri
“È vero quando dico nemici, perché è una realtà che il Signore ci ha detto: la Chiesa, sempre sarà perseguitata”, aggiunge il Papa. “Il martirio della fede sempre c’è nella storia delle nostre Chiese, sempre…”.
E a proposito di martiri e sempre ricordando Paolo VI, il Pontefice rammenta la visita di Papa Montini in Uganda nel 1969 in cui rese omaggio ai cattolici martirizzati tra gli anni 1885 e 1887 e anche a quelli anglicani. “Una cosa molto bella”, commenta il Papa: Paolo VI “ha parlato dei martiri cattolici e anglicani. Sono martiri”. “Io stesso, quando sono stati martirizzate quelle persone copte”, aggiunge Francesco in riferimento ai 21 uomini (20 egiziani e un ghanese) uccisi nel 2015 dai miliziani di Daesh su una spiaggia in Libia, “ho subito detto che sono martiri anche ‘nostri’, sono martiri di tutti”. Proprio per questo il Papa, lo scorso anno, in occasione dell’incontro con il capo della Chiesa copta-ortodossa Tawadros II, ha voluto iscrivere i copti nel Martirologio romano quale simbolo di quell’“ecumenismo del sangue” predicato da inizio pontificato.
Ci sono due battesimi: uno, che abbiamo tutti noi - il Battesimo che abbiamo ricevuto - l’altro, quello che il Signore dice “il Battesimo del sangue”: il martirio. E tutti noi sappiamo cosa è il martirio di tanti cristiani che hanno dato la vita per la fede.
Pregare insieme il Padre Nostro
Ancora un “grazie” dal Pontefice a conclusione dell’udienza, insieme ad una richiesta: “Vorrei che tutti insieme pregassimo il Padre Nostro, insieme”.
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