Il Papa parla ai partecipanti al colloquio Internazionale "Riparare l'irreparabile" Il Papa parla ai partecipanti al colloquio Internazionale "Riparare l'irreparabile"  (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Francesco: Dio piange per gli abusi contro la dignità umana

Il Papa riceve i partecipanti al Convegno “Riparare l’irreparabile” nel 350.mo delle apparizioni di Gesù a Paray-le-Monial e ricorda che per un cristiano la volontà di riparare a una ferita inferta è più di un atto di giustizia, è una scelta di carità che consola e apre a un perdono profondo

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Le lacrime della vedova “scendono sulle guance di Dio”. Un fotogramma potente, l’offesa a un’indifesa che arriva a commuovere il cielo, al punto che le lacrime di Creatore e creatura si confondono. La frase è di Ben Sirac il Saggio, uno scriba vissuto duecento anni prima di Cristo, che il Papa cita a un certo punto del suo discorso ai partecipanti al Convegno “Riparare l’irreparabile” nel 350.mo delle apparizioni di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque a Paray-le-Monial. La celebrazione di questo anniversario permette a Francesco di accendere una luce su una pratica “che oggi - osserva - può essere un po’ dimenticata o a torto giudicata desueta”, quella della “riparazione” spirituale.

Riparare, più che compensare

Dalla Bibbia al Vangelo, ricorda il Papa, gli esempi sono tanti. E se nell’Antico Testamento essa assumeva “una dimensione sociale di compensazione del male commesso”, con Gesù che sulla croce offre la vita per l’umanità la riparazione contribuisce “alla riconciliazione degli uomini tra loro, ma anche alla riconciliazione con Dio, perché il male commesso contro il prossimo è anche un’offesa a Dio”

Cari amici, quante lacrime scendono ancora sulle guance di Dio, mentre il nostro mondo sperimenta tanti abusi contro la dignità della persona, anche all’interno del Popolo di Dio!

Atto di volontà che consola

Per i cristiani, indica il Papa, sono due i passi per riparare a una ferita che è stata inferta: riconoscersi colpevoli e chiedere perdono. Non si tratta, precisa, di “un semplice atto di giustizia commutativa”. Il modello è il figlio prodigo che torna dal padre confessando il male commesso e permettendo che la riparazione possa avvenire.

Chiedere perdono riapre il dialogo e manifesta la volontà di ristabilire il legame nella carità fraterna. E la riparazione - anche un inizio di riparazione o già semplicemente la volontà di riparare - garantisce l’autenticità della richiesta di perdono, manifesta la sua profondità, la sua sincerità, tocca il cuore del fratello, lo consola e suscita in lui l’accoglienza del perdono richiesto.

Oltre l’impossibile

Dunque, sottolinea il Papa, “l’intenzione di riparare e di farlo concretamente è essenziale per il processo di riconciliazione e il ritorno della pace nel cuore”, anche quando riparare appare impossibile ma invita comunque “a sperare che ogni ferita possa essere guarita”.

Se l’irreparabile non può essere completamente riparato, l’amore può sempre rinascere, rendendo sopportabile la ferita.

Al termine dell'udiena, Francesco ha recitato con i presenti, in lingua spagnola, la preghiera per il Giubileo delle apparizioni del Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque a Paray-le- Monial. il Giubileo dura un anno e mezzo, dal 27 Dicembre dello scorso anno, anniversario della prima apparizione principale, al 27 Giugno 2025, Solennità del Sacro Cuore.

 

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04 maggio 2024, 10:34