Il Papa alla periferia di Roma per incontrare i preti giovani: dalle crisi non si esce da soli
Salvatore Cernuzio – Roma
“Benvenuto nella nostra casa, Papa Francesco!”. Quasi un assalto, ma di quelli che mostrano l’affetto sincero al Papa, quello delle suore Pie Discepole del Divin Maestro oggi pomeriggio a Francesco, appena sceso dalla Fiat 500 L. Nel grande complesso della congregazione, nella zona Portuense di Roma, diviso tra aree verdi e diverse strutture per le cinque comunità residenti, il Papa oggi pomeriggio è arrivato intorno alle 16.10 per incontrare 90 sacerdoti della Diocesi di Roma fino ai dieci anni di ordinazione. Un secondo appuntamento dopo quello del 14 maggio con i preti dai 40 anni in su di ministero. Il prossimo, è stato già annunciato dal Vicariato di Roma, sarà l’11 giugno con la fascia ‘media’ del clero capitolino.
Accoglienza da tutte le comunità di suore
“Grazie, grazie, quante novizie avete?”. Francesco si è subito messo in dialogo con le cinque religiose, italiane e straniere (una addetta alle fotografie), che lo attendevano fuori dalla cripta, insieme al vicegerente monsignor Baldo Reina. Si faticava a sentire lo scambio perché dall’interno era già partito un applauso fragoroso allo scorgere la talare bianca. Tutte le suore, quelle più anziane in prima fila, molte in sedia a rotelle, insieme alle collaboratrici della struttura e della piccola redazione interna del bimestrale La vita in Cristo e nella Chiesa, alcune accompagnate dai loro bambini, erano schierate tra i banchi pronte a dare il loro saluto al Papa.
Saluti e regali
Francesco ha fatto il doppio giro per stringere a tutti la mano, poi ha ricevuto in regalo un palloncino bianco – come quelli che erano appesi all’esterno all’ingresso della Casa - da un bambino a cui ha poi dato la sua benedizione e una caramella. Fattosi passare un cestino, il Pontefice ha fatto dono dei dolciumi anche alle suore. Inclusa una che ha urlato: “Santità, oggi faccio 84 anni. Mi dà la benedizione?”. Ad una religiosa anziana che gli ha sussurrato qualcosa nell’orecchio, il Papa ha poggiato a lungo la mano sul capo.
Il dialogo con i sacerdoti
“Grazie delle vostre parole”, ha detto poi il Papa guardando al folto gruppo nella cripta. “Vi do il mio saluto e la benedizione. Non stancatevi di fare del bene!”. Dalle Pie Discepole, che a febbraio hanno celebrato il centenario della fondazione, il Pontefice ha ricevuto in dono una casula e il libro sulla storia della fondatrice. Salito nella Chiesa dedicata a Gesù Divin Maestro, il Papa è stata accolto dai giovani preti (anche loro con un forte applauso), alcuni – ha spiegato il vescovo Michele Di Tolve, delegato per la cura del diaconato, del clero e della vita religiosa – di fresca ordinazione nel 2024. Francesco ha aperto l’incontro con una preghiera e la lettura del Vangelo del giorno, poi “visto che ci ha convocato nel giorno della memoria di San Paolo VI”, ha detto ancora Di Tolve, "preghiamo insieme la preghiera che lui (Papa Montini) ci ha consegnato”.
Vicinanza, crisi, servizio, pastorale
Da lì, quindi, il botta e risposta a porte chiuse su temi principalmente pastorali. Tra questi, riferisce la Sala Stampa vaticana, “l’esperienza dei primi anni di sacerdozio, la scoperta felice della fede della gente, ma anche la sfida del contatto e il servizio ai malati a cui rispondere con vicinanza, compassione, tenerezza, e le crisi a cui si va incontro nella vita sacerdotale”.
No al chiacchiericcio, sì al dialogo
“Da una crisi non si esce da soli”, ha affermato il Papa. Con i preti ha parlato anche della Diocesi di Roma, “del suo sviluppo, della bellezza, di alcune debolezze, a cui rispondere non col chiacchiericcio, ma col dialogo, e del percorso sinodale in corso, del rischio di ridurlo ad uno slogan anziché sperimentarlo come una modalità di vivere la Chiesa”. In questo senso il Papa ha citato ancora Paolo VI e l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, del tutto attuale: “Un gioiello, che regge la nostra pastorale”.
Solitudine nella città, vicinanza, paternità, rapporti difficili, ancora, le tematiche del dialogo con Papa Francesco che, ancora una volta, ha ribadito “l’importanza di farsi vicini ai vecchi, come un ‘test di vicinanza’, chiedendosi: ‘Vado a trovarli, li ascolto?’, e di farlo con pudore”. Nel salutare i giovani preti, il Papa li ha invitati alla prossima celebrazione del Corpus Domini prevista do domenica 2 giugno, e li ringraziati per la preghiera e la franchezza del dialogo.
Di Tolve: "Al centro le crisi di guerra, post pandemia, problemi giovanili"
“È stato un incontro molto desiderato dal Santo Padre”, spiega ai media vaticani a margine dell’appuntamento il vescovo Di Tolve, riferendo anche che qualcuno dei preti ha voluto chiedere scusa al Papa "per l’inutile chiacchiericcio" sul suo conto. I sacerdoti hanno poi chiesto al Papa "cosa vuol dire attraversare la crisi della gente e la crisi in cui loro si trovano perché ci sono situazioni difficili”: la “guerra”, le conseguenze della pandemia, “giovani che sono irretiti da mentalità che li disorientano” o anche la situazione in cui versano alcune abitazioni a Roma “dove – dice Di Tolve – ci sono anziani che sono al 5º, 6° o 7° piano senza ascensore e che da anni non possono uscire”.
Le quattro "vicinanze"
Per il presule il pomeriggio di oggi è stato un buon incoraggiamento per sacerdoti che hanno iniziato da poco il loro ministero: “Anni di formazione”, secondo Di Tolve: “Non basta solo la formazione in seminario, si diventa preti esercitando il ministero. E quindi le domande dei nostri preti sono state proprio in riferimento al loro diventare pastori in mezzo al popolo di Dio, con i vari incarichi, con la disposizione un po’ della loro persona, del tempo da vivere in rapporto a Dio, agli altri, ai bisogni della gente”. Tra consigli, domande, suggerimenti, in particolare il Papa ha raccomandato le “quattro vicinanze”: “La vicinanza a Dio, al vescovo, tra di loro nella fraternità e la vicinanza al popolo di Dio”.
Preghiere per il Myanmar
Tutti in fila i sacerdoti hanno poi salutato uno ad uno il Papa. Ognuno ha condiviso con il Pontefice qualche parola, un regalo, una battuta. Come quella di Francesco a un giovane prete cinese con la stampella per un infortunio. A un sacerdote del Myanmar, terra ricordata pure nell’udienza generale, il Papa ha invece assicurato il costante pensiero per il Paese: “Io prego tutti i giorni per il Myanmar e vi invio una benedizione speciale”. In ultimo, anche la registrazione di un videomessaggio via smartphone per una parrocchia: “Abbiate gioia… e pregate per me!”.
I saluti finali
Prima di lasciare il complesso, il Papa ha salutato di nuovo il folto gruppo di suore che intanto avevano allestito una ricca merenda sul sagrato. “W Papa, W Papa”, il grido; e poi: “Santità, sono una novizia!”, “Santo Padre, sono cinese!”, “Sono brasiliana!”. Strette di mani, di nuovo caramelle ai bambini, saluti da lontano, infine il ritorno a Santa Marta con un breve step un po’ concitato con il gruppo di giornalisti fuori dalla struttura che domandavano come fosse andata: “Bene, molto bene”.
Questo di oggi, come detto, è il secondo incontro del Papa con il suo clero diviso per anno di ordinazione. Dal settembre 2023 fino a inizio maggio Jorge Mario Bergoglio ha invece effettuato un giro nelle diverse prefetture di Roma per incontrare parroci e prefetti e farsi raccontare da loro sfide, difficoltà ma anche gratificazioni e opere in una Diocesi che, come ha detto tante volte il Pontefice argentino, è divenuta anch’essa “territorio di missione”. Una cosa che - ed è sempre il Papa ad averlo ripetuto in tante occasioni - a un vescovo “fa sempre molto bene”.
Ultimo aggiornamento alle ore 19.20 del 29 maggio 2024
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