Il Papa agli artisti dell'humour: con il vostro talento fate sorridere anche Dio
Adriana Masotti - Città del Vaticano
L'incontro di Francesco con donne e uomini che hanno "il dono di far ridere" provenienti dall'Italia, ma anche dall'Europa e da altre parti del mondo, si tiene di prima mattina. A promuoverlo sono il Dicastero per la Cultura e l'Educazione e il Dicastero per la Comunicazione. Il Papa li accoglie in Vaticano, in Sala Clementina, e dopo il discorso li saluta uno ad uno, alcuni accompagnati dai famigliari, intrattenendo a volte brevi colloqui, ricevendo lettere e piccoli doni. Il clima è molto cordiale, "guardo con stima a voi artisti che vi esprimete con il linguaggio della comicità, dell’umorismo, dell’ironia", dice all'inizio del suo discorso. Stima per la bravura, ma anche per la loro capacità di portare un po' di serenità alle persone e di favorire le relazioni. "Il vostro talento - afferma - è un dono, un dono prezioso".
Il potere di diffondere il sorriso
"In mezzo a tante notizie cupe, immersi come siamo in tante emergenze sociali e anche personali, voi avete il potere di diffondere la serenità e il sorriso", afferma Francesco, aggiungendo:
A modo vostro voi unite la gente, perché il riso è contagioso. È più facile ridere insieme che da soli: la gioia apre alla condivisione ed è il miglior antidoto all’egoismo e all’individualismo. Ridere aiuta anche a rompere le barriere sociali, a creare connessioni tra le persone.
Voi svegliate il senso critico facendo ridere
Il divertimento e il riso "sono centrali nella vita umana", osserva il Papa, creano "spazi di libertà", e confida che ogni giorno lui stesso chiede la grazia di saper prendere le cose "con lo spirito giusto", ripetendo le parole di san Tommaso Moro: "Dammi, Signore, il senso dell’umorismo". Riguardo al talento dei comici dice ancora:
Ma voi riuscite pure in un altro miracolo: riuscite a far sorridere anche trattando problemi, fatti piccoli e grandi della storia. Denunciate gli eccessi di potere; date voce a situazioni dimenticate; evidenziate abusi; segnalate comportamenti inadeguati... Ma senza spargere allarme o terrore, ansia o paura, come fa molta comunicazione; voi svegliate il senso critico facendo ridere e sorridere.
L'umorismo non offende e non umilia
Secondo la Bibbia, prosegue Francesco, Dio è stato "il primo spettatore della storia". Nel Libro dei Proverbi si dice che la Sapienza "giocava davanti a lui". E usa un'espressione forte: ricordatevi che "quando riuscite a far sgorgare sorrisi intelligenti dalle labbra anche di un solo spettatore, fate sorridere anche Dio". Quindi evidenzia ancora le particolari caratteristiche del linguaggio dello humor:
L’umorismo non offende, non umilia, non inchioda le persone ai loro difetti. Mentre oggi la comunicazione genera spesso contrapposizioni, voi sapete mettere insieme realtà differenti e a volte anche contrarie. Quanto abbiamo bisogno di imparare da voi!
Continuate a far sognare un mondo migliore
Ma, domanda il Papa, "si può ridere anche di Dio? Certo - è la sua risposta -, e non è bestemmia questo, si può ridere, come si gioca e si scherza con le persone che amiamo". Senza però, aggiunge, "offendere i sentimenti religiosi dei credenti, soprattutto dei poveri". Il Papa conclude il suo discorso con l'esortazione agli artisti a continuare "ad allietare la gente", specie quella che fa più fatica, e ad aiutare tutti a "sognare un mondo migliore". E non dimentica di chiedere le loro preghiere per lui, rinnovando la battuta: "a favore, con il sorriso, no contro!".
"Dammi, Signore, il senso dell'umorismo"
Dopo la benedizione, Francesco riprende la parola dicendo che vorrebbe far sentire a tutti la bella preghiera di san Tommaso Moro di cui aveva accennato in precedenza. È l'attrice comica italiana Luciana Littizzetto a leggerla ringraziando il Papa, a nome anche dei colleghi, per questo momento di gioia:
Dammi Signore, una buona digestione
ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo,
col buonumore necessario per mantenerla.
Dammi Signore, un'anima santa,
che sappia far tesoro di ciò che è buono e puro,
e non si spaventi davanti al peccato,
ma piuttosto trovi il modo di rimettere le cose a posto.
Dammi un'anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettere che mi crucci eccessivamente
per quella cosa tanto ingombrante che si chiama "io".
Dammi Signore, il senso dell'umorismo,
fammi la grazia di capire gli scherzi,
perché abbia nella vita un po' di gioia
e possa comunicarla agli altri.
Così sia.
Al termine della lettura il Papa aggiunge ancora:
Vi auguro il meglio e che Dio vi accompagni in questa vocazione tanto bella di far ridere, dei comici. È più facile fare il tragico che il comico, è più facile. Grazie per far ridere e anche grazie del ridere dal cuore.
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