Il Papa a Ceo e manager: nelle aziende includete i poveri, non basta un po' di filantropia
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Pensa ai poveri, scartati e trattati come se la povertà stessa fosse una “colpa”, chiedendo di andare oltre la mera filantropia per includerli invece nelle aziende così da farli diventare risorse. Poi lancia un appello per i giovani, anch’essi tante volte tenuti ai margini del mondo del lavoro, affinché vengano accolti “generosamente” anche quando non hanno l’esperienza e le competenze richieste. Infine esorta ad una accelerazione dei processi di “innovazione” per la cura della Casa comune, in mezzo alla grave crisi attuale, dinanzi alla quale “non basta più rispettare le leggi degli Stati, che procedono troppo lentamente”.
Sono tre le direttrici che Francesco indica a un gruppo di imprenditori, amministratori di compagnie e aziende, collaboratori di banche, provenienti da tutto il mondo, che, accompagnati da suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, sono stati ricevuti questa mattina, 15 giugno, in udienza nel Palazzo Apostolico vaticano. Si tratta dei membri di una rete che cerca di vivere i principi della enciclica Laudato si’, la Sustainable Markets Initiative, progetto lanciato nel 2020 da Re Carlo III, allora principe di Galles, in occasione dell'incontro annuale del World Economic Forum a Davos. Fine di questa iniziativa è di riunire le migliori organizzazioni di industria e servizi finanziari per raggiungere obiettivi globali in materia di clima, biodiversità, sviluppo sostenibile. Un percorso da compiere insieme ai governi.
L'impatto nella vita sociale e politica del potere economico
D’altronde, dice il Papa stesso nel suo discorso, “il potere economico si intreccia con quello politico”. Le funzioni di imprenditori e CEO hanno infatti un impatto nella vita “non solo economica ma anche sociale e politica”, come pure “sulle dinamiche dei rapporti internazionali”.
Vi trovate, dunque, a prendere decisioni che hanno impatto su migliaia e migliaia di lavoratori e di investitori, e sempre più su scala globale
La responsabilità degli effetti delle proprie scelte
“Le grandi imprese, infatti, oltre alle scelte del consumo, del risparmio e della produzione, condizionano anche le sorti dei governi, le politiche pubbliche nazionali e internazionali, la sostenibilità dello sviluppo”, sottolinea il Papa. Invita perciò a prendere coscienza e guardare “criticamente, con discernimento” questa realtà, “così da poter esercitare pienamente la responsabilità degli effetti, diretti e indiretti, delle vostre scelte”.
I poveri diventino risorse
A tal proposito Francesco chiede di non dimenticare i “più poveri”, gli “scartati” di oggi. Se infatti abbiamo imparato a riciclare materie e materiali, “non abbiamo ancora imparato – permettetemi l’espressione – a ‘riciclare’ e non scartare le persone, i lavoratori, soprattutto i più fragili, per i quali vige spesso la cultura dello scarto”, afferma il Pontefice. Esorta allora ad essere “diffidenti” verso quella “meritocrazia” usata “per legittimare l’esclusione dei poveri, giudicati demeritevoli, fino a considerare la povertà stessa come colpa”.
Non accontentatevi di un po’ di filantropia, è troppo poco: la sfida è includere i poveri nelle aziende, farli diventare risorse per un vantaggio comune. È possibile.
Il Papa condivide quindi il “sogno” di “un mondo in cui gli scartati possano diventare protagonisti del cambiamento”. “Ma mi pare che questo lo abbia già realizzato un certo Gesù, non vi pare?”, dice.
Generosi con i giovani
Tra i poveri “del nostro tempo” Jorge Mario Bergoglio include anche i giovani: “Poveri di risorse, di opportunità e di futuro”. Questo, paradossalmente, avviene “sia dove sono tantissimi, ma mancano i mezzi, sia dove sono sempre più pochi”, come ad esempio in Italia, dove “non c’è nascita” ma “i mezzi ci sarebbero”, osserva il Papa. Lancia quindi un appello a Ceo e manager ad “accogliere i giovani nelle vostre imprese, dando loro un anticipo di futuro per non far perdere la speranza a un’intera generazione”.
Non si apprende nessun lavoro senza l’“ospitalità aziendale”, che significa accogliere generosamente i giovani anche quando non hanno l’esperienza e le competenze richieste, perché ogni lavoro si impara solo lavorando
Innovazione della cura della Casa comune
Infine, il Papa raccomanda un’attenzione particolare per l’ambiente e la terra, in questo tempo di “grave crisi ambientale” che dipende da molti fattori, incluse “le scelte economiche e imprenditoriali di ieri e di oggi”. “Non basta più rispettare le leggi degli Stati, che procedono troppo lentamente: occorre innovare anticipando il futuro, con scelte coraggiose e lungimiranti che possano essere imitate”, sottolinea Francesco.
L’innovazione dell’imprenditore oggi dev’essere in primo luogo innovazione nella cura della Casa comune
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