Il Papa: l'Unzione degli infermi è segno di cura per la vita non dell'arrivo del becchino
Adriana Masotti - Città del Vaticano
"Per la pastorale degli infermi": è questa l’intenzione di preghiera di Francesco per il mese di luglio diffusa attraverso il Video realizzato, come ogni mese, dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, in collaborazione con l'arcidiocesi di Los Angeles. Al centro del messaggio il sacramento dell’Unzione degli infermi di cui il Papa vuol spazzare via ogni timore. Afferma infatti:
L'Unzione degli infermi non è un sacramento solo per coloro che sono in punto di morte. No. È importante che questo sia chiaro. Quando il sacerdote si avvicina a una persona per amministrarle l’Unzione degli infermi, non sta necessariamente aiutandola a congedarsi dalla vita.
Pensare a questo sacramento in quest'ottica significherebbe "rinunciare a ogni speranza", dando per scontato, aggiunge il Papa, "che dopo il sacerdote arriverà il becchino". Il Pontefice ricorda "che l’Unzione degli infermi è uno dei 'sacramenti di guarigione', di 'cura', che sana lo spirito". Per questo "quando una persona è molto malata, è consigliabile darle l’Unzione degli infermi".
Un segno visibile di speranza anche per gli anziani
L'Unzione degli infermi, spiega ancora il Papa, non è destinato solo a chi è ammalato, ma fa bene anche alle persone anziane. E conclude esplicitando l'intenzione di preghiera che affida a tutta la Chiesa:
Preghiamo perché il sacramento dell’Unzione degli infermi doni alle persone che lo ricevono e ai loro cari la forza del Signore, e diventi sempre più per tutti un segno visibile di compassione e di speranza.
La dimensione comunitaria del sacramento
I sacramenti della Chiesa sono doni, si legge nel comunicato di presentazione del Video del Papa, sono le forme in cui Gesù si rende presente per benedire, incoraggiare, accompagnare, consolare. Lo è anche nel caso dell'amministrazione del sacramento dell’Unzione degli infermi, un sacramento che offre conforto a coloro che soffrono di una malattia e ai loro cari. E' poi un sacramento di natura comunitaria. Nel comunicato si riporta un'affermazione di Papa Francesco all'udienza generale del 26 febbraio 2014: "Nel momento del dolore e della malattia noi non siamo soli: il sacerdote e coloro che sono presenti durante l’Unzione degli infermi rappresentano infatti tutta la comunità cristiana che, come un unico corpo si stringe attorno a chi soffre e ai familiari, alimentando in essi la fede e la speranza, e sostenendoli con la preghiera e il calore fraterno”. Le immagini del Video del Papa, girate nelle diocesi statunitensi di Allentown, in Pennsylvania, e di Los Angeles, in California, ne dano testimonianza raccontando due storie diverse, ma legate dalla grazia del sacramento, ed evidenziando i contesti differenti in cui esso può essere amministrato.
Padre Fornos: non esitiamo a proporre l'Unzione degli infermi
Se l'Unzione degli infermi non va visto come un gesto miracoloso di guarigione del malato, neppure va considerato segnale di morte imminente. Piuttosto assicura la vicinanza di Gesù al dolore della persona inferma, il suo conforto e il suo perdono. Sempre nella stessa udienza del 2014, Francesco osservava che "L’Unzione degli infermi è, molte volte, il sacramento dimenticato o meno riconosciuto", quando invece il suo significato è " bellissimo". "Sebbene molti abbiano riscoperto la profondità del sacramento dell’Unzione degli infermi - commenta padre Frédéric Fornos S.J., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, esso viene ancora spesso inteso come un modo per preparare i malati alla morte", spesso si tende perciò a rimandarlo: "C’è un po’ l’idea che dopo il sacerdote arrivino le pompe funebri", scrive padre Fornos.
"Per questo, Papa Francesco desidera che questo mese possiamo riscoprire tutta la profondità e il vero senso di questo sacramento: non solo come una preparazione alla morte, ma come un sacramento che offre conforto ai malati in tempi di malattia grave, ai loro cari e forza a coloro che li assistono”. Il direttore della Rete mondiale conclude con un invito: "Tutti conosciamo persone malate, preghiamo per loro, e se riteniamo che stiano affrontando una malattia grave – o magari sono anziani in condizioni sempre più precarie – non esitiamo a proporre loro di vivere questo sacramento di consolazione e speranza”.
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