Ai confini della terra tra popoli giovani e Chiese vive, Francesco in Asia e Oceania
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Il dialogo e la convivenza armoniosa tra le religioni, la riconciliazione sociale, i cambiamenti climatici e i loro effetti devastanti in terre di oceani e di vulcani, l’equilibrio tra lo sprint economico e tecnologico e lo sviluppo umano, sociale e spirituale dei popoli. Poi, l’evangelizzazione, antica e moderna, in latitudini in cui le comunità cristiane vivono quasi le condizioni della Chiesa delle origini, l’accoglienza ai rifugiati, l’incoraggiamento ai giovani a partecipare ai processi politici e sociali. I quasi dodici anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio e i loro temi chiave sembrano condensarsi e cristallizzarsi nei dodici giorni di viaggio che il Papa compirà dal 2 al 13 settembre prossimi in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Leste, Singapore.
Il viaggio più lungo del pontificato
Un viaggio a cavallo tra due continenti, il più lungo del suo papato con quattro diversi fusi orari e 32.814 chilometri da percorrere in aereo (ma non il più lungo nella storia dei Papi, primato detenuto dalla trasferta di 13 giorni di Giovanni Paolo II nel 1986 in Bangladesh, Singapore, Fiji, Nuova Zelanda e Australia con 48.974 km percorsi). Un viaggio “sogno” accarezzato già nel 2020 prima che la pandemia di Covid-19 facesse saltare ogni progetto. Un viaggio che arriva a un anno esatto dalle ultime trasferte internazionali in Mongolia e Marsiglia e in apertura di un periodo di grandi eventi come la seconda parte del Sinodo sulla sinodalità e il Giubileo.
Nel solco di Paolo VI e Giovanni Paolo II
Il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, ha presentato oggi, 30 agosto, ai media internazionali i dettagli di questo pellegrinaggio di Francesco ai confini della terra che si inserisce nel solco dei predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II, presenti in questi territori tra l’inizio degli anni ’70 e la fine degli ’80. «Viaggi ricchi di incontri in cui la Chiesa cambiava volto», ha ricordato Bruni, «tanti giovani, tanto tempo speso con il clero», in periodi in cui andavano sviluppandosi Stati e democrazie tra le macerie di guerre e invasioni.
La sfida della pace
Francesco giunge in un momento storico segnato da altre sfide, a cominciare da quella universale della pace; ribadirà quindi l’appello a coltivarla questa pace e a sostenere gli sforzi in atto per raggiungerla. Simbolici in tal senso due momenti che il Papa vivrà a Giakarta, capitale dell’Indonesia colpita nel recente passato anche da fenomeni di terrorismo religioso e dal tentativo di creare un Islam transnazionale sul modello dell’Isis che però la pancasila indonesiana con i cinque pilastri del rispetto di fedi, culture, religioni, lingue inseriti anche nella Costituzione è riuscita a respingere. Il primo momento è la visita alla moschea di Istiq’lal, il più grande edificio di culto islamico del Sud-est asiatico progetto negli anni ’50 da un architetto cristiano e dal 2019 collegato alla cattedrale dell’Assunzione, dal cosiddetto “tunnel dell’amicizia”. Un tunnel, appunto, che vuole essere segno di incoraggiamento alla fraternità tra le due comunità religiose. Il Papa – è questo il secondo momento simbolico - lo visiterà insieme al grande imam con cui firmerà pure una Joint Declaration sulla scia del Documento sulla Fratellanza umana di Abu Dhabi.
Incoraggiamento e conforto
Oltre all’Indonesia caratterizzata dal pluralismo, il Papa argentino porterà «una parola di conforto o incoraggiamento» anche nella Papua Nuova Guinea ferita di recente da drammatiche frane e altrettanto drammatiche lotte tribali; poi nell’ex colonia portoghese di Timor Leste, ancora segnata dalla guerra per l’indipendenza indonesiana che in 22 anni portò alla morte di circa un quarto della popolazione; infine a Singapore emblema di opulenza, commercio e sviluppo tecnologico ma anche di profonde disparità sociali e povertà.
La questione ambientale
Paesi diversi accomunati tutti dalla questione ambientale: «Difficile che manchi il riferimento all’ambiente. Sono Paesi a metà tra l’oceano e il cielo, mari e montagne, minerali pregiati, foreste. Possiamo aspettarci una riflessione sulla cura del Creato e sul dignitoso vivere dell’uomo», ha detto Matteo Bruni.
I temi nei 16 discorsi del Papa
Le tematiche riecheggeranno nei 16 discorsi che il Papa pronuncerà durante il viaggio: 4 in Indonesia in italiano; 5 in Papua Nuova Guinea in italiano; 4 a Timor Leste in spagnolo; 3 a Singapore in italiano. In questo ampio spazio è possibile che rientrino anche riferimenti ad altri temi, come l’accoglienza ai rifugiati, (numerosi quelli che il Pontefice incontrerà personalmente sin dall’inizio del viaggio), in primis quelli dal Myanmar, o la piaga degli abusi, alla luce della vicenda del vescovo timorense Carlos Filipe Ximenes Belo, vincitore del Nobel per la Pace, accusato di violenze anche su minori. Entrambi gli spunti sono stati sollecitati dai giornalisti in sala. «Il Papa si rivolgerà alle chiese dei vari Paesi, esortandole a vivere il cristianesimo che non lascia spazio a certi crimini», ha detto Bruni. Per il momento non sono previsti incontri privati con le vittime del presule.
Misure per la salute
Il portavoce vaticano ha risposto, infine, a diverse domande sulla salute del Papa e sugli sforzi che questo lungo viaggio comporterà, tra cambi di orario e picchi di umidità anche al 92%: «Non ci sono preoccupazioni aggiuntive, i protocolli sanitari già in atto in ogni viaggio apostolico sono ritenuti sufficienti», ha affermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, spiegando che a vegliare sulla salute del Papa ci saranno un medico e due infermieri, oltre all’assistente sanitario personale Massimiliano Strappetti. A proposito del seguito, alla consueta compagine si aggiungerà anche il cardinale Luis Antonio Tagle e gli altri cardinali e arcivescovi dei diversi luoghi che il Papa man mano visiterà.
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