Francesco atteso a Timor-Leste, presenza di pace dopo un passato doloroso
Tommaso Chieco e Bernardo Suate - Dili, Timor Est
Ci aspetta fuori dalla “Câmara eclesiástica” dell’arcidiocesi, don Jovito Rego de Jesus Araujo, vicario episcopale per gli Affari pastorali dell'arcidiocesi metropolitana di Dili, a Timor-Leste. Ha lo sguardo di chi sa che lo attendono giorni carichi di lavoro ma anche di belle emozioni, di chi aspetta l’arrivo di Papa Francesco “con il cuore aperto”. “Tutto il popolo, la Chiesa, il governo e lo Stato di Timor-Leste sono col cuore aperto per ricevere la visita del Santo Padre”, racconta sorridente il sacerdote mentre fa strada sulla lunga rampa di scale che porta al terrazzo dal quale si scorge una vista mozzafiato di tutta la costa orientale della piccola isola.
Fede viva nel quotidiano
Don Jovito, come ha chiesto di essere chiamato, parla con grande entusiasmo, e sempre col sorriso, di uno dei temi centrali, ovvero la volontà di inculturare la fede nella cultura locale, non a caso, i vescovi della conferenza episcopale di Timor hanno adottato il motto “Che la vostra fede sia la nostra cultura” - un desiderio che riflette la speranza di rendere la fede un elemento centrale della vita quotidiana e della società timorese. Non mancano, tuttavia, le sfide. Don Jovito riconosce che "a Timor ci sono tante cose che non riflettono lo splendore della fede" e menziona le difficoltà legate all'odio e alla violenza che hanno segnato il passato del Paese, elementi che, a volte, si riflettono ancora nel presente. La speranza è che la visita di Papa Francesco possa portare "un'aria nuova" e un rinnovamento non solo nella fede, ma anche nelle istituzioni e nella popolazione nel suo insieme.
I giovani futuro per la fede
Un altro aspetto cruciale è l'attenzione verso i giovani, che rappresentano la maggioranza della popolazione di Timor-Leste. Don Jovito evidenzia l'importanza del dialogo tra il Papa e i ragazzi. L'incontro con loro è in programma l'11 settembre, prima della partenza del Pontefice, nel “Centro de Convenções”, dove in una grandissima sala saranno presenti più di mille giovani e altri duemila saranno nel piazzale antistante ad attendere Francesco. "Parlerà con loro, li ascolterà", dice il sacerdote, con la speranza che questo inconteo possa facilitare un cambiamento tanto atteso “e magari - aggiunge - questo sarà un momento propizio per far sì che avvenga quel cambiamento di cui abbiamo bisogno. Ecco questo, sì, lo speriamo veramente”. Le speranze e gli auguri non si fermano all'evento dell’11 settembre però, Don Jovito conclude riflettendo sul prossimo Anno Santo dedicato alla speranza, auspicando che la visita di Papa Francesco dia "forza a questa speranza di cambiamento" non solo per Timor-Leste, ma per tutta la Chiesa. “Come lui è il pellegrino che viene da Roma, noi da qui saremo i pellegrini che da Timor andremo a Roma per rinnovare la speranza viva di tutti i popoli in Dio”.
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