Il Papa: proporre una nuova economia in un mondo minacciato da guerre e armi
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
“Essere testimoni, non avere paura, sperare senza stancarsi”, sono i tre inviti rivolti da Papa Francesco nel suo discorso di oggi, 25 settembre, ai giovani economisti riuniti nella fondazione “The Economy of Francesco”, realtà che raccoglie imprenditori e change-makers provenienti da ogni parte del mondo, impegnati in un processo di dialogo inclusivo e di cambiamento globale. A loro il Pontefice chiede un cambiamento dell'attuale contesto economico, in un mondo ferito dalle guerre, in cui "la democrazia è minacciata" e "crescono populismi e diseguaglianze". Un preciso mandato, accompagnato da una raccomandazione.
Non lo cambierete soltanto diventando ministri, o premi Nobel o grandi economisti, tutte cose belle. Lo cambierete soprattutto amandolo, alla luce di Dio, immettendo in esso i valori e la forza del bene, con lo spirito evangelico di Francesco d’Assisi
Compiti e ideali
Proprio lungo questo auspicio di rivoluzione a livello internazionale si è snodato il discorso del Papa, durante il quale ha ricordato ai presenti come “dai vostri ideali” sia “nata un’istituzione. Essa è importante perché servirà a sostenere gli ideali; e voi ne sarete non solo beneficiari, ma protagonisti, assumendo i compiti a voi assegnati con entusiasmo e senso di disponibilità”.
Un maestro d'eccezione: Gesù
Il progetto ha visto la sua genesi ormai cinque anni fa. Il Papa esprime la sua riconoscenza per “aver preso sul serio il mio invito a 'ri-animare' l’economia” e “per aver accolto le indicazioni che vi ho consegnato in occasione dei vostri convegni annuali” che, inquadrate nell’ambito della “dottrina sociale della Chiesa”, affondano le loro radici “nel Vangelo”.
Tanti possono essere i vostri maestri conosciuti nel corso degli studi o delle esperienze lavorative; ma il riferimento al Vangelo, pur nel dialogo sincero con tutti, vi garantisce un Maestro d’eccezione, Gesù, l’unico che ha potuto dire: «Io sono la via, la verità e la vita».
Privilegiare le situazioni di sofferenza
La Fondazione, spiega il Papa, ora entra in una “nuova fase”. La “bella realtà” recentemente istituita ha bisogno di crescere e rafforzarsi, arrivando “sempre a più giovani” e portando “i frutti tipici del Vangelo e del bene”. Ciò che è stato fatto finora dai giovani economisti, afferma Francesco, “è andato oltre le aspettative”. Una scommessa vinta: “Ho voluto puntare su di voi, perché i giovani hanno tutta la vita davanti, sono un 'cammino' vivente, e da un cammino possono nascere cose buone, stando attenti a prevenire quelle brutte”.
L'esempio di San Francesco
Su questa scia il Papa richiama la figura di San Francesco, "figlio di un mercante” capace di venire a conoscenza dei “pregi e difetti di quel mondo”. Proprio per questo, “ho voluto incardinare tutto il movimento Economy of Francesco su San Francesco d’Assisi che, semplicemente spogliandosi di tutto per amore di Gesù e dei poveri, ha dato anche un impulso nuovo allo sviluppo dell’economia”.
Amate l’economia, amate concretamente i lavoratori, i poveri, privilegiando le situazioni di maggiore sofferenza.
Testimonianza senza paura
Il Papa regala poi ai presenti tre concetti chiave: “Essere testimoni, non avere paura, sperare senza stancarsi”, ricordando anche la firma del cosiddetto Patto di Assisi risalente al 24 settembre 2022. Francesco si sofferma sul primo concetto, ovvero l’importanza di una condivisione di ideali con “altri giovani” resa possibile attraverso una “testimonianza di vita”. “Siate coerenti - la coerenza è una cosa che non è alla moda - nelle vostre scelte. Fatevi apprezzare per i vostri progetti e le vostre realizzazioni. E non per diventare tanti e potenti, ma per trasmettere a molti quanto avete ricevuto, ossia la 'bella notizia' che, ispirandosi al Vangelo, anche l’economia può cambiare in meglio”, l’invito di Francesco, che riprende poi l’esortazione già rivolta ai partecipanti alla GMG di Lisbona: “non siate amministratori di paure, ma imprenditori di sogni”. Per "portare avanti i sogni" in un mondo dove “c’è tanto da fare”, è necessario “osare nuove parole”. Qualcosa che i cristiani hanno “sempre fatto”, non lasciandosi “mai” intimorire dal “nuovo”.
Sanno che Dio è il Signore della storia. A me fa male vedere quei cristiani che si nascondono nelle sagrestie perché hanno paura del mondo. Questi non sono cristiani; sono “pensionati sconfitti”, non sono cristiani. Sanno che Dio è il Signore della storia e vanno avanti.
Sperare, affrontando un mondo minacciato
Nel suo terzo invito, il Papa riconosce le difficoltà nel “proporre una nuova economia in uno scenario di nuove e antiche guerre, mentre prospera l’industria delle armi togliendo risorse ai poveri". "Voi sapete - domanda Francesco - che in alcuni Paesi gli investimenti che danno più redditto sono le fabbriche delle armi? Guadagnare per uccidere...". Mentre "la democrazia è minacciata", "crescono i populismi e le diseguaglianze, e il pianeta è sempre più ferito. Non è facile, anzi è molto difficile”, riconosce il Papa, affermando come sia legittima, talvolta, avere “l’impressione di ‘lottare contro i mulini a vento’”.
Allora ricordiamo quello che Gesù diceva ai discepoli: “Non abbiate paura”. Lui vi aiuterà, e la Chiesa non vi lascerà soli.
Un nuovo modo di fare economia
Ricordando l’appoggio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, che "accompagnerà anche le attività della Fondazione, di cui io ricevo l'atto costitutivo" e rappresenterà "la realtà in cui potrete dare vita e concretezza al sogno di cambiare l'economia attuale e dare un'anima all'economia di domani", Papa Francesco assicura infine la vicinanza continua della Chiesa, aprendo alla “Economy of Francesco”, “le porte della collaborazione” con le comunità cattoliche “sparse nel mondo”. Tale sviluppo, secondo il Papa, sarà di aiuto per “stabilire contatti e sinergie con tante realtà e reti di persone che condividono i vostri stessi ideali”. “In mezzo a voi possa nascere un nuovo modo di stare insieme e di fare economia che non produca scarti ma benessere materiale e spirituale per tutti”. Francesco conclude il suo discorso assicurando ai giovani economisti che, rimanendo “fedeli” alla loro vocazione, la loro vita “fiorirà”, con “storie meravigliose da raccontare a figli e nipoti".
Proprio ad alcuni bambini presenti Francesco dedica un piccolo inciso: "È bello quello, in una cultura dove si privilegia avere cagnolini o gatti e non bambini. Dobbiamo bastonare un po’ l’Italia". Ritornando agli economisti, il Papa ribadisce come valga la pena di "spendere la vita per cambiare in meglio il mondo. Avanti! Sono con voi”, l’esortazione finale di Francesco.
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