Papua Nuova Guinea, un missionario: portiamo il Vangelo con la musica
Renato Martinez e Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
Il benvenuto preparato per l'arrivo di Papa Francesco nel pomeriggio di domenica 8 settembre alla Holy Trinity Humanistic School di Baro - villaggio in Papua Nuova Guinea a pochi chilometri da Vanimo - avverrà al ritmo di una danza tradizionale africana, chiamata siyahamba, accompagnata “da un canto in stile ‘negro spiritual’, con i tamburi tipici di qui. Siyahamba significa 'stiamo marciando nella luce del Signore’”. Lo racconta ai media vaticani padre Miguel de la Calle, missionario argentino dell'Istituto del Verbo Incarnato, amico del Papa e coordinatore dell’incontro che Francesco avrà con i missionari e gli studenti della Holy Trinity Humanistic School. E’ una scuola cattolica gestita dalla parrocchia di Holy Trinity e dall’Istituto del Verbo Incarnato della diocesi di Vanimo, fondato nel 1964 dai Missionari Passionisti, con 400 allievi della scuola primaria e 1.000 della media.
Un piccolo concerto di 5 minuti per il Papa
Ad accompagnare con i loro strumenti la danza siyahamba saranno i bambini dell'orchestra “Regina del Paradiso” della Holy Trinity. “Poi suoneremo un brano classico di Johann Strauss - spiega padre de la Calle - chiamato 'pizzicato’, sul quale ci stiamo esercitando da un po’ di tempo”. Questo breve concerto di circa 5 minuti, offerto al Papa, nella School & Queen of Paradise Hall dell’Istituto, è vissuto come un evento per tutta la Papua Nuova Guinea, e sarà preceduto da un più ampio “Concerto in onore del Santo Padre”, venerdì 6 settembre alle 19.
Portare il Vangelo nella cultura, attraverso la musica
L’orchestra, sottolinea il missionario argentino, è uno dei progetti artistico-musicali che i padri dell'Istituto del Verbo Incarnato stanno portando avanti in Papua Nuova Guinea. Seguendo il carisma dell'Istituto di inculturare il Vangelo, i missionari, arrivati nel 1997, hanno cercato attraverso la musica di “portare il Vangelo nella cultura” del popolo papuano, per la sua crescita spirituale. “Qui la musica tradizionale è fatta di percussioni e tamburi - chiarisce il missionario - Con la musica classica e gli strumenti, i violini, i flauti e il coro polifonico, la gente può comprendere meglio la bellezza che è Dio. Dio è pura bellezza. Il Vangelo che sublima le culture, le eleva, questa è la prospettiva”.
Bambini protagonisti della musica, più sicuri in famiglia
Il sacerdote porteño sottolinea che c'è una prospettiva sociale in questo programma di evangelizzazione attraverso la musica, che aiuta a ridurre la violenza familiare nelle comunità tribali di Papua. “Purtroppo il maltrattamento dei bambini e delle donne è molto comune nelle famiglie - spiega ancora padre Miguel - ma da quando sono protagonisti con la musica, i bambini diventano importanti nella cultura, nella famiglia, nei media, nei giornali, in televisione, e le famiglie stesse imparano a valorizzare il ruolo del bambino e a rispettare di più le ragazze e le donne”.
La prima orchestra di bambini del Paese
L’orchestra “Regina del Paradiso” è nata nel 2018, Ispirandosi al modello de “El Sistema” venezuelano, nato nel 1975 con l'obiettivo di sistematizzare l'istruzione e la pratica collettiva e individuale della musica attraverso orchestre sinfoniche e cori, come strumenti di organizzazione sociale e di sviluppo umanistico. Per formare l’orchestra, padre Miguel de la Calle ha invitato il maestro venezuelano Jesús Briceño Barrio. “Si tratta della prima orchestra di bambini nella storia del Paese – racconta - Attraverso la musica si sentono realizzati, felici, apprezzati, valorizzati, formano uno spirito di squadra, uno spirito di famiglia. Sanno leggere le note, il pentagramma, non suonano a orecchio. Quindi è una grande gioia, per i bambini, le famiglie, e tutti noi, dopo tanti anni di lavoro e di sacrifici, poter avere questa ‘consacrazione’, diciamo, e suonare per il Papa”.
La rosa del Papa per la Vergine di Luján
La visita di Francesco ai missionari dell'Istituto del Verbo Incarnato sarà preceduta dell’incontro con i fedeli nella spianata della Cattedrale di Vanimo, dove, ricorda padre de la Calle, il Pontefice deporrà una Rosa d’Oro davanti alla statua della Vergine Maria, Nostra Signora di Luján, patrona dell’Argentina. In quell'occasione, prosegue, “reciteremo una preghiera di consacrazione per consacrarci a Gesù Cristo attraverso sua Madre, consacrando così tutto il nostro lavoro apostolico e missionario. I fedeli qui amano molto la Vergine di Luján, che è anche la patrona dell'Istituto del Verbo Incarnato e che abbiamo portato 25 anni fa, proprio l'8 settembre, festa della Natività della Vergine Maria”.
L’Istituto del Verbo Incarnato in Papua Nuova Guinea
Padre Miguel de la Calle ricorda che l'Istituto del Verbo Incarnato è presente in Papua Nuova Guinea da 27 anni, dal 1997. Mentre lui è arrivato a Vanimo nel settembre 2015. Attualmente la comunità è composta da SEI sacerdoti. Due sono monaci di vita contemplativa e un altro di loro, padre Tomás Ravaioli, lavora per la Conferenza episcopale del Paese ed è stato incaricato di tradurre i quattro Vangeli nel dialetto locale, oltre a seguire la causa di canonizzazione del primo beato nativo papuano, Pietro Torot. “I primi missionari dell'Istituto hanno avviato il Seminario diocesano con il vescovo diocesano di allora, monsignor César Bonivento, del Pime. Ci è stata poi affidata una parrocchia sulla costa, chiamata Santissima Trinità, e da allora la curiamo spiritualmente. Siamo presenti anche nella giungla, nella parte più remota”.
Le sfide dell’evangelizzazione del Paese
Situata nel Pacifico sudoccidentale e a nord dell'Australia, la Papua Nuova Guinea è uno dei Paesi con il più basso indice di sviluppo umano al mondo, con oltre 7 milioni di abitanti di diverse etnie che parlano più di 800 dialetti. In questo contesto, le difficoltà per annunciare il Vangelo sono numerose. “Non ci sono quasi strade, manca l’elettricità, l’acqua potabile, il gas naturale, molti vivono, diremmo noi, come in un accampamento. E con un'economia di sussistenza: pescano, cacciano e coltivano, ma la cosa più necessaria è l'accesso alla salute e all'istruzione”.
Le speranze e l’entusiasmo per la visita del Papa
Padre Miguel è convinto che la visita di Papa Francesco in Papua Nuova Guinea, e in particolare a Vanimo, darà un forte impulso al lavoro di evangelizzazione che i missionari di varie congregazioni stanno portando avanti, in un luogo che è ancora considerato una “terra di prima evangelizzazione”. “Il Vangelo è qui a Vanimo da 50 anni – spiega - quindi abbiamo una Chiesa molto giovane e molto entusiasta. E si può vedere l'entusiasmo nell'imminenza della venuta del Papa, la gente lo aspetta con ansia, desiderosa di incontrarlo, di ricevere la sua benedizione. Vogliono vederlo, vogliono che passi davanti a loro, anche solo per un po', e questo basta a renderli felici. Arrivano da ogni dove, dalla giungla, dalle montagne, dall'Indonesia, siamo al confine, da altre province, alcuni camminano da giorni perché i mezzi di trasporto sono molto scarsi, non ci sono quasi strade. Quando arriverà il Papa, sarà un'esplosione di gioia per il futuro, per questa giovane Chiesa di Vanimo, per dare un nuovo impulso, una nuova forza a tutto il lavoro di evangelizzazione”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui