“Contro l’inverno demografico bisogna lavorare sull’educazione”
Vatican News
Nel viaggio in corso a Bruxelles il Papa ha detto: “L’inverno demografico e l’inferno della guerra sono le calamità da sconfiggere”. Come invertire la rotta e tornare a fare figli? Ne parliamo con la dottoressa Donatella Possemato, presidente di Impresa per la Vita Onlus e direttrice della Casa di Cura Santa Famiglia a Roma.
Come si combatte la denatalità?
Con appena 379 mila nuovi nati, il 2023 ha registrato nel nostro Paese l'ennesimo minimo storico in fatto di nascite. Spesso, quando si parla di denatalità, si parla dell’aspetto economico, del futuro incerto, di poca sussistenza alla famiglia, tutto vero…. Ma poi se guardiamo l’oggettività delle cose ci rendiamo conto che la denatalità è un fenomeno che appartiene ai Paesi più ricchi e sviluppati. È di questa settimana la notizia del calo del tasso di fecondità totale di Singapore, per la prima volta sotto la soglia di un figlio per donna; un Paese che ha un livello medio alto di vita e di benessere tale, che idealmente sembrerebbe garantire quelle sicurezze che sostengono la scelta di una coppia di fare figli, e non è così. Il paradosso è che nei Paesi più evoluti e nelle famiglie con livelli di reddito più alti non si fanno figli. Al contrario, è nei Paesi più poveri del pianeta che si registrano i tassi di natalità più alti. Serve un cambio di mentalità, e accogliere l’invito di Papa Francesco di “investire nuovamente sul futuro aprendosi alla vita, alla speranza”. Fare figli non viene più percepito come una priorità nella coppia: oggi il desiderio di procreare viene dopo il raggiungimento del successo personale, la carriera, i viaggi e il benessere fine a sé stesso, l’affermazione socio economica individuale e la conciliazione degli impegni; al contrario, è nelle aree più povere del pianeta che fare figli viene ancora percepito come un valore, come una vera ricchezza per la famiglia. Bisogna interrogarsi sull’origine culturale ed antropologica, prima che economica, della denatalità. Una piaga arginabile solo se si torna a promuovere la famiglia, partendo dai giovani.
In Italia si discute sulle misure di contrasto al calo demografico e il sostegno alle famiglie e alla natalità in vista della prossima Manovra: secondo lei, come si interviene per favorire le nascite?
La fiscalità agevolata è un beneficio per le famiglie che hanno già figli, e possono beneficiare di sgravi che favoriscono una migliore gestione delle spese familiari; infatti, si tratta di un provvedimento che impatta su una decisione già presa, ovvero quella di aver investito nel progetto famiglia. Inoltre, a conti fatti, riguarderebbe solo un terzo delle famiglie italiane (quelle che hanno figli) e, di fatto, non appare come una soluzione che incentiva le nascite.
E allora che fare?
Per risolvere la crisi demografica continuo ad affermare che bisogna lavorare sull’educazione dei giovani affinché crescendo conservino vivo il sano istinto alla procreazione, accompagnarli a una felice genitorialità consapevole, aiutarli a diventare genitori in futuro. Le politiche economiche e sociali di supporto alla famiglia, pur doverose, non sono la sola risposta al problema della denatalità. Occorre un lavoro molto più certosino sul fronte dell’educazione a casa, a scuola, sui media: essere attenti alla salute fisica e mentale dei giovani, e agli stili di vita, attraverso le campagne di prevenzione dei problemi che mettono a rischio la fertilità. Creare modelli di riferimento che li riportino alla centralità sociale, culturale ed affettiva della famiglia. Agire sulle cause del fenomeno, e non solo sugli effetti; e, soprattutto, bisogna lavorare oggi per avere risultati tra 10 anni. La ricchezza di un Paese dipende dall’andamento demografico; ma anche la gioia di un Paese si esprime attraverso la bellezza dei bambini che incontriamo per strada, che giocano sulle spiagge: immagini sempre più rare, che appartengono al passato.
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