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Il mosaico con il volto di Franco Basaglia, realizzato dagli utenti del Centro Diurno "La fabbrica dei sogni" del Dipartimento di Salute Mentale Asl Roma 2. Il mosaico con il volto di Franco Basaglia, realizzato dagli utenti del Centro Diurno "La fabbrica dei sogni" del Dipartimento di Salute Mentale Asl Roma 2.

Al Papa un mosaico su Basaglia fatto da utenti di un centro di salute mentale

Alla vigilia della Giornata mondiale del 10 ottobre, a margine dell'udienza generale di domani, alcune persone che beneficiano di un percorso riabilitativo e di reinserimento sociale regaleranno a Francesco un manufatto realizzato nel Centro Diurno "La Fabbrica dei Sogni" del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma2. Lo psichiatra Cozza: è la testimonianza della potenza delle relazioni; i pazienti non vanno scartati ma ascoltati e accompagnati

Antonella Palermo - Città del Vaticano

La salute mentale, un universo dalle mille sfaccettature spesso ancora relegato in un territorio di "scarto" umano. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che quasi un miliardo di persone conviva con un disturbo mentale e che ogni 40 secondi nel mondo una persona si suicidi. In Italia sono circa 770mila le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi pubblici. Ma accanto a questi ci sono oltre due milioni di cittadini che non hanno accesso alle cure. In Francia il premier è arrivato a dichiarare che la salute mentale sarà la ''grande causa nazionale'' del Paese per il 2025. Il 10 ottobre si celebra la Giornata dedicata per sensibilizzare i governi e le comunità sull’importanza di investire in questo settore. Alla vigilia della ricorrenza, il 9 ottobre - a margine dell'Udienza generale in Vaticano - alcuni utenti che beneficiano di un percorso riabilitativo e di reinserimento sociale, regaleranno a Papa Francesco un mosaico realizzato nell'arco di un paio di mesi all'interno del laboratorio di Mosaico e Art Design del Centro Diurno La Fabbrica dei Sogni del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma2. Sarà un momento per fare memoria dell'impegno di Franco Basaglia, nel centenario della nascita, che tanto avrebbe desiderato incontrare il Pontefice ma che alla fine, per una grave patologia che aveva colto il noto psichiatra, non aveva potuto realizzare.

Lavorare insieme, condividere, produrre libertà

"Anche se le voci mi dicevano di non fare nulla io mi sono imposto di lavorare e dare il mio contributo lo stesso e alla fine mi ha dato soddisfazione. È stato un combattimento, ma ne è valsa la pena", così racconta Patrick, 35 anni. "A volte mi lascio prendere dallo sconforto, ma stare con gli altri mi dà un po’ di fiducia. Infatti, il mosaico è davvero bello e a essere sincero all’inizio non credevo che venisse così bello. Speriamo che le persone che lo vedono capiscano il vero significato, che è che siamo tutti uguali anche se qualcuno è più malato degli altri". È un'immagine di Basaglia quella composta sul mosaico costituito da tantissimi tasselli in marmo posizionati dagli utenti. Questi hanno lavorato con i maestri d'arte grazie ai quali hanno potuto imparare a lavorare insieme, a condividere pensieri ed emozioni, in un clima sereno e collaborativo. "Ogni pezzo ha rappresentato un frammento di ciascuno che si è unito per raccontare una storia di speranza e libertà, non solo l’immagine di Basaglia", spiega Massimo Cozza, direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2.

Un laboratorio di arte e cura

Sul mosaico è incisa la frase “La follia è una condizione umana”, che "restituisce dignità di persona anche a chi soffre di disturbi mentali, ed ha rappresentato l’insegnamento più grande di Franco Basaglia. Il mosaico - osserva il dottor Cozza - rappresenta anche un ringraziamento a Franco Basaglia per una straordinaria rivoluzione che ha consentito a chi lo ha realizzato di non poter essere più internato in un manicomio". Idealmente, aggiunge lo psichiatra, possiamo dire che ben richiama l’enciclica di Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale Fratelli tutti. "La realizzazione di questo manufatto è stata per i pazienti non solo un laboratorio di arte e cura, ma anche un atto simbolico di testimonianza e di rinascita che ha dato voce alle loro storie. Lo hanno fatto con un rispetto reciproco e la consapevolezza che non esistono più persone da rinchiudere, ma solo da ascoltare e accompagnare". Del resto, la salute mentale è diventata una priorità per il Dicastero dello Sviluppo umano integrale anche alla luce delle violazioni dei diritti umani a volte commesse contro chi ha questo tipo di disturbi. Se n'è parlato in Vaticano a gennaio scorso in una conferenza ad hoc che ha illustrato anche l'opera dell'associazione dei ministri cattolici della salute mentale.

La malattia mentale va ascoltata e accompagnata

"È stato faticoso ma bello. Non pensavo che venisse così bello", dice Pierluigi, 39 anni. "Io ho lavorato tanto sulla scritta, che è tanto significativa anche per la mia vita, perché io sono una persona umana, che soffre tanto ma si impegna. Fare questo mosaico è stato uno stimolo a venire al Centro e stare con gli altri per lavorare insieme. Da soli non ce l’avremmo mai fatta perché sarebbe stato troppo difficile. Insieme è stato diverso". È un’espressione artistica che vuole porsi come il simbolo di una condizione che riguarda tutti, sottolineano i realizzatori, e non solo chi porta dentro di sé i segni della sofferenza e dell’angoscia. "La follia deve essere osservata, compresa e trattata con umanità e rispetto. È questo, in sintesi, il testamento spirituale e l’eredità intellettuale di Basaglia", precisa ancora il direttore Cozza.

Il Festival RO.Mens

L'attività che ruota attorno al mosaico si inserisce nell’ambito della terza edizione del Festival della salute mentale RO.MENS per l’inclusione sociale contro il pregiudizio, organizzato dal Dipartimento guidato dal dottor Cozza, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, con il patrocinio della RAI. Tra le varie iniziative, la mostra “Basaglia, 100 fotografie a 100 anni dalla sua nascita”, presso la sede del Ministero della Cultura. La colonna sonora del Festival è la canzone “Nessuno è normale” cantata da Mariella Nava, insieme a Nando Citarella e Andrea Satta, con gli utenti e gli operatori del Dipartimento. Nava è stata anche madrina di quello che è il primo concorso per canzoni inedite riguardanti le tematiche della salute mentale, Music@Mens, che il 7 ottobre al Teatro Tor Bella Monaca, a Roma, ha visto la presentazione di 76 nuovi brani e prevede la premiazione l’8 ottobre in Campidoglio. Con lo slogan 'Uniti per la salute mentale', in occasione della Giornata Mondiale di giovedì, i Dipartimenti di Salute Mentale si aprono al pubblico con 150 incontri in tutta Italia, a cui sono invitati cittadini, pazienti e familiari, volontari, operatori sanitari e amministratori.

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08 ottobre 2024, 10:15