Francesco: la Chiesa è una ma l'unità si fa con Dio, non a tavolino

All’udienza generale il Papa riprende il ciclo sullo Spirito Santo, che assicura alla Chiesa “universalità” e “unità” operando in modo sinodale: sono imprese difficili, realizzabili “non aspettando che gli altri ci raggiungano là dove noi siamo, ma muovendoci insieme verso Cristo”

Lorena Leonardi – Città del Vaticano

“L’unità della Chiesa è l’unità tra persone e non si realizza a tavolino, ma nella vita”. E se tutti vogliono l'unità, "tutti la desideriamo dal profondo del cuore”, essa è “tanto difficile da ottenere che, anche all’interno del matrimonio e della famiglia, l’unione e la concordia sono tra le cose più difficili da raggiungere e più ancora da mantenere”.

Papa Francesco riprende oggi, 9 ottobre, il ciclo di catechesi sullo Spirito Santo e la Chiesa - dopo la pausa di mercoledì scorso dovuta alla messa di apertura del Sinodo - e fa riferimento alla vita concreta di ciascuno per spiegare la maniera in cui lo Spirito Santo agisce nella Chiesa.

Prima che l’udienza avesse inizio, il Pontefice ha girato per una piazza San Pietro scaldata dal tiepido sole di ottobre salutando la folla di circa 25 mila fedeli, e ha ospitato sulla vettura due bambine indiane, una portoghese e una italiana.

Papa Francesco sulla jeep tra la folla
Papa Francesco sulla jeep tra la folla

Universale e una: ecco il mistero della Chiesa

Rievocando il racconto della discesa dello Spirito Santo a Pentecoste contenuto negli Atti degli Apostoli, Francesco sottolinea che San Luca “mette in luce che lo Spirito Santo è Colui che assicura l’universalità e l’unità della Chiesa. L’effetto immediato dell’essere "colmati di Spirito Santo" è che gli Apostoli "cominciarono a parlare in altre lingue e uscirono dal Cenacolo per annunciare Gesù Cristo alla folla”. Viene messa in risalto, così, la missione universale della Chiesa, come segno di una “nuova unità” tra tutti i popoli.

Lo Spirito, dunque, ha rimarcato il Santo Padre, insegna alla Chiesa “a estendersi in universalità e a raccogliersi in unità”: “Universale e una, questo è il mistero della Chiesa”.

In due modi vediamo che lo Spirito lavora per l’unità. Da un lato, spinge la Chiesa verso l’esterno, perché possa accogliere un numero sempre maggiore di persone e di popoli; dall’altro lato, la raccoglie al suo interno per consolidare l’unità raggiunta.

Un momento dell'udienza generale
Un momento dell'udienza generale

Verso l’universalità

Il primo dei due movimenti dello Spirito - la spinta verso l’universalità - è descritto in azione nell’episodio della conversione di Cornelio, narrato al capitolo 10 degli Atti, una “Pentecoste” per indurre gli Apostoli ad allargare l’orizzonte e far cadere l’ultima barriera, quella tra giudei e pagani.

“A questa espansione etnica”, evidenzia il Papa, “si aggiunge quella geografica”: negli Atti si legge infatti che Paolo voleva annunciare il Vangelo in una nuova regione dell’Asia Minore e in Bitinia, ma lo Spirito sorprendentemente glielo impedisce. Quando “la notte seguente l’Apostolo riceve in sogno l’ordine di passare in Macedonia”, ecco che il Vangelo esce così dalla nativa Asia per entrare in Europa.

Papa Francesco mentre pronuncia la Catechesi
Papa Francesco mentre pronuncia la Catechesi

La sinodalità dello Spirito Santo

Il cosiddetto concilio di Gerusalemme - dove il problema è come far sì che l’universalità raggiunta non comprometta l’unità della Chiesa - è invece l’episodio scelto da Francesco per illustrare come prende forma il secondo movimento dello Spirito Santo, quello che crea unità. A volte, come in questo caso, lo Spirito Santo non opera “in maniera repentina, con interventi miracolosi e risolutivi, come a Pentecoste”.

Lo fa anche - e nella maggioranza dei casi - con un lavorio discreto, rispettoso dei tempi e delle divergenze umane, passando attraverso persone e istituzioni, preghiera e confronto. In maniera, diremmo oggi, sinodale.

L'udienza generale di oggi, 9 ottobre, in piazza San Pietro
L'udienza generale di oggi, 9 ottobre, in piazza San Pietro

Muoversi insieme verso Cristo

Papa Francesco cita poi un’immagine di Sant’Agostino - “Ciò che è l’anima per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa” – per evidenziare come lo Spirito Santo non costruisce l’unità della Chiesa “dall’esterno” e non si limita a “comandare di essere uniti: è Lui stesso il ‘vincolo di unità. È Lui che fa l’unità della Chiesa”. L’unione è faticosa, anche e soprattutto nella nostra quotidianità.

Il motivo – per cui è difficile l’unità tra noi - è che ognuno vuole, sì, che si faccia l’unità, ma intorno al proprio punto di vista, senza pensare che l’altro che gli sta davanti pensa esattamente la stessa cosa circa il “suo” punto di vista. Per questa via, l’unità non fa che allontanarsi.

L’unità di vita, l’unità di Pentecoste, secondo lo Spirito, si realizza, chiarisce il Papa, “quando ci si sforza di mettere al centro Dio, non sé stessi”, e “anche l’unità dei cristiani si costruisce così: non aspettando che gli altri ci raggiungano là dove noi siamo, ma muovendoci insieme verso Cristo”. In conclusione alla catechesi, l’invocazione dello Spirito Santo affinché aiuti tutti ad essere strumenti di unità a pace.

 

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09 ottobre 2024, 10:03

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