Il Papa: oggi la vita di molte persone manca di speranza, condividere la gioia della fede
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
“Alcune cose sono difficili da esprimere a parole, e questo vale soprattutto per il mistero divino, che va ben oltre i nostri pensieri e concetti. Ecco perché nelle chiese abbiamo questo ricco simbolismo, che rende tangibile e concreto l’indicibile: le candele, l’incenso, l’arte e la musica!”. È un ringraziamento sentito, quello di Papa Francesco, per il “meraviglioso unisono” intonato dallo storico coro Dresdner Kapellkn che ha introdotto il suo messaggio alla delegazione ecumenica della diocesi di Dresden-Meißen e della Chiesa Evangelica luterana della Sassonia. “L’armonia che molte voci trovano”, capace di ricordare “l’opera dello Spirito Santo”, è testimonianza condivisa di quella fede che è “un dono, un dono di Dio” e per questo ricevuta “non solo per noi stessi, ma sempre anche per gli altri”.
“In te solo noi speriamo!”
Nella mattinata di oggi, 2 ottobre, Francesco ha ricevuto i pellegrini tedeschi (salutandoli con un caloroso "Guten morgen!", "Buongiorno!"), notando come i cammini spirituali rappresentino il “simbolo del proprio percorso di vita e della grande meta finale”, ovvero “Dio stesso”. Un concetto che il Papa trova “bene espresso” nella versione tedesca del Te Deum, un cui passaggio, „Auf dich hoffen wir allein!“, “In te solo noi speriamo!”, è stato scelto come motto del viaggio.
Condividere i tesori spirituali che il mondo non può dare
Il viaggio intende “riscoprire insieme e per gli uomini del nostro tempo i tesori spirituali del pellegrinare”. La condivisione di tali doni deve tendere al prossimo, “compresi quelli che sembrano lontani dalla fede, che non hanno ancora sentito parlare di Cristo, o che pensano che non abbia nulla di importante da dire”.
Mi sembra che la vita di molte persone oggi manchi del significato, della speranza e della gioia che il mondo non può dare. Per questo vi esorto a condividere il significato, la speranza e la gioia della fede con tutti, con fiducia e umiltà
Testimonianze personali e credibili
La testimonianza, per essere efficace, deve essere “personale e credibile”. E come criterio per quest’ultimo valore, “il Signore stesso menziona l’unità dei suoi discepoli e chiede al Padre ‘che tutti siano una cosa sola, perché il mondo creda’”. Il Papa ringrazia i pellegrini a nome della Chiesa, per avere “preso sul serio questa missione ecumenica di Gesù, per aver cercato di realizzarla con questo pellegrinaggio comune e, cosa altrettanto importante, nella vita di tutti i giorni”.
L’arte come strumento di ispirazione
Dopo avere lodato la presenza, nel gruppo, di diversi volontari, esempio di quel “servizio gratuito” che è “testimonianza particolarmente credibile”, il Papa ha espresso pari ammirazione per la “speciale” atmosfera creata dal coro Dresdner Kapellkn, gruppo con una storia di oltre trecento anni e, oggi, presente alle messe domenicali presso la cattedrale della diocesi di Dresden-Meißen e protagonista di regolari tournée in patria e all’estero.
L’arte in generale, ma la musica in particolare, è un linguaggio che viene compreso da tutti ed è in grado di interpellare, ispirare e risollevare le persone.
Dal piccolo al grande, attraverso la grazia di Dio
Francesco esorta i presenti a continuare “a lavorare insieme” testimoniando “la speranza che è in voi”. Per aiutarli, il Papa ricorda alcune immagini bibliche quali “il sale della terra”, “la luce del mondo”, il “piccolo seme”. Esse sono “esempi in cui qualcosa di piccolo e di poco conto può crescere in qualcosa di grande con la grazia di Dio, qualcosa di molto più grande e più bello di quanto noi umani avremmo potuto realizzare da soli, con le nostre forze”.
Lo storico confronto pacifico con le forze di polizia
Il Papa ha poi ricordato un episodio storico, il confronto tra la polizia e alcuni cristiani protestanti e cattolici a Dresda, risalente all’ottobre del 1989. Un raffronto che ha rappresentato “un miracolo” in quanto non “un solo colpo” venne sparato e aprì una “strada pacifica” in altre città “che nessuno avrebbe pensato possibile, e che alla fine ha portato al ‘miracolo’ dell’unità tedesca”.
Francesco ha concluso l’incontro impartendo la benedizione in lingua tedesca, attraverso la quale ha chiesto “tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, per il nostro pellegrinaggio, al termine del quale la nostra grande speranza si realizzerà: la piena armonia nella comunione con Dio e tra di noi”. "E pregate per me, questo lavoro non è facile", la chiosa del Papa. "Ma pregate per me, non contro di me".
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