Il Papa: lo Spirito Santo, se invocato, riporta unità e gioia tra gli sposi

Nella catechesi dell’udienza generale, Francesco ha parlato del modo nel quale lo Spirito Santo illumina il sacramento del matrimonio, facendo rinascere “la capacità di donarsi”, una "nuova gioia di stare insieme" e ispirando la coppia a vivere come un “noi”. Cosa di cui i figli hanno tanto bisogno

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Lo Spirito Santo continua a fare, per tanti sposi “che non hanno vino” nel loro matrimonio, il miracolo delle Nozze di Cana, cambiando “l’acqua dell’abitudine in una nuova gioia di stare insieme”. Questo quando “gli sposi si sono decisi a invocarlo”, e lo Spirito ha potuto mettere il “dito di Dio” tra moglie e marito, modificando il noto proverbio italiano. Lo sottolinea Papa Francesco nella catechesi dell’udienza generale di questo mercoledì, la decima dedicata allo Spirito dono di Dio, e all’approfondimento del modo nel quale questo illumina “in particolare il sacramento del matrimonio”. In modo che la coppia mantenga l’unità, anche per il bene dei figli, perché è noto, ricorda il Papa, “quanto soffrono quando essa viene meno”.

Lo Spirito l’amore che unisce Padre e Figlio

La sua riflessione, offerta ai ventimila fedeli in Piazza San Pietro e ai milioni collegati attraverso i mass media, dopo aver compiuto un giro tra i pellegrini in papamobile accompagnato da due bambine al suo fianco, prende il via dalla dottrina dello Spirito Santo di sant’Agostino. Questa parte dalla rivelazione che “Dio è amore”, riportata dalla prima lettera di Giovanni: “ora l’amore suppone uno che ama – chiarisce Francesco - uno che è amato e l’amore stesso che li unisce”.

Il Padre è, nella Trinità colui che ama, la fonte e il principio di tutto; il Figlio è colui che è amato, e lo Spirito Santo è l’amore che li unisce. Il Dio dei cristiani dunque è un Dio “unico”, ma non solitario; la sua è una unità di comunione e d’amore.

Un altro momento dell'udienza generale di oggi
Un altro momento dell'udienza generale di oggi

La coppia umana prima realizzazione della comunione d’amore

Per questo c’è chi ha proposto di chiamare lo Spirito Santo, non “la terza persona” singolare della Trinità, ma piuttosto “la prima persona plurale”. Perché, spiega il Pontefice Egli, “è il Noi divino del Padre e del Figlio”, il vincolo di unità tra loro “principio stesso dell’unità della Chiesa, che è appunto un ‘corpo solo’ risultante da più persone”. Per questo, prosegue, lo Spirito può fare moltissimo, “forse l’essenziale” con il matrimonio

Il matrimonio cristiano è il sacramento del farsi dono, l’uno per l’altra, dell’uomo e della donna. Così lo ha pensato il Creatore quando «creò l'uomo a sua immagine […]: maschio e femmina li creò». La coppia umana è perciò la prima e più elementare realizzazione della comunione d’amore che è la Trinità.

Gli sposi formino insieme un “noi” davanti al mondo

Sul suo esempio, “anche gli sposi dovrebbero formare una prima persona plurale, un ‘noi’ – chiarisce Papa Francesco - stare l’uno davanti all’altro come un ‘io’ e un ‘tu’, e stare di fronte al resto del mondo, compresi i figli, come un ‘noi’ ”.

Come è bello sentire una madre che dice ai figli: «Tuo padre ed io…», come disse Maria a Gesù, quando lo ritrovarono dodicenne nel tempio, e sentire un padre che dice: «Tua madre ed io», quasi fossero un unico soggetto. Quanto bisogno hanno i figli di questa unità dei genitori e quanto soffrono quando essa viene meno!

Il Papa incontra coppie di sposi alla fine dell'udienza
Il Papa incontra coppie di sposi alla fine dell'udienza

Lo Spirito Santo fa rinascere la capacità di donarsi

Per corrispondere a questa vocazione, però, per il Pontefice, “il matrimonio ha bisogno del sostegno di Colui che è “il donarsi per eccellenza”, lo Spirito Santo, che fa rinascere “la capacità di donarsi”. Per alcuni Padri della Chiesa latina, lo Spirito Santo, dono reciproco del Padre e del Figlio, “è anche la ragione della gioia che regna tra essi”, e ne hanno parlato usando “l’immagine di gesti propri della vita coniugale, quali il bacio e l’abbraccio”. Un’unità tra gli sposi che non è un traguardo facile, ammette Papa Francesco, “meno che meno nel mondo d’oggi”. Ma è la verità delle cose, secondo il Creatore, “ed è perciò nella loro natura”. Anche se “può sembrare più facile e sbrigativo costruire sulla sabbia che non sulla roccia” il proprio matrimonio, le conseguenze “dei matrimoni costruiti sulla sabbia sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti e a farne le spese sono soprattutto i figli” che "soffrono la separazione o la mancanza di amore dei genitori!".

Di tanti sposi si deve ripetere quello che Maria disse a Gesù, a Cana di Galilea: «Non hanno vino». Lo Spirito Santo, però, è colui che continua a fare, sul piano spirituale, il miracolo che fece Gesù in quella occasione, e cioè cambiare l’acqua dell’abitudine in una nuova gioia di stare insieme. Non è una pia illusione: è ciò che lo Spirito Santo ha fatto in tanti matrimoni, quando gli sposi si sono decisi a invocarlo.

Mettere il “dito di Dio”, lo Spirito, tra gli sposi

Il Papa conclude commentando che sarebbe bene che, nella preparazione dei fidanzati al matrimonio, “accanto alle informazioni di natura giuridica, psicologica e morale”, si approfondisse questa preparazione “spirituale”, lo Spirito Santo che fa l'unità.

“Tra moglie e marito non mettere il dito”, dice un proverbio italiano. C’è invece un “dito” da mettere tra moglie e marito, ed è proprio il “dito di Dio”: lo Spirito Santo!

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23 ottobre 2024, 10:13