Il Papa: la politica affronti le disuguaglianze e promuova il bene di tutti
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Due riconoscimenti che invitano a riflettere sull’ambiente e sul bene comune: sono i premi delle Pontificie Accademie che la Pontificia Academia Latinitatis, in accordo con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, assegna sui temi De rerum natura, sul latino e le scienze, e De re publica, sul latino e la politica. Due ambiti di studio attraverso i quali emerge come la lingua latina “prepari un terreno fertile di esplorazione e di sintesi tra scienza, cultura e politica”, e insieme al patrimonio intellettuale dell'umanità può diventare strumento "di armonia tra i popoli, di promozione del rispetto reciproco e della dignità umana”, sottolinea Papa Francesco nel messaggio inviato al cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, in occasione della consegna del Premio delle Pontificie Accademie 2023 che si svolge questo pomeriggio, 23 ottobre.
Impegnarsi verso una cultura della crescita integrale dell’uomo
Con tale riconoscimento viene onorata “la ricerca, la passione, e l’impegno di giovani studiosi che hanno scelto di dedicare la loro fatica intellettuale e il loro amore per il sapere all’interpretazione di un patrimonio linguistico e culturale d’inestimabile valore, quale è il latino”, precisa il Papa, che vede nella “ricerca scrupolosa e sistematica dei premiati” non soltanto “un contributo accademico, ma una vera e propria chiamata rivolta a ciascuno di noi”. Ecco perché l’incontro odierno non celebra esclusivamente “la ricerca, ma ci invita a riaffermare il nostro impegno verso una cultura della crescita integrale dell’uomo”.
Scienza e fede dialoghino per il bene della casa comune
Soffermandosi sui due ambiti del Premio delle Pontificie Accademie, Francesco osserva che il tema De rerum natura “ci fa pensare alle meraviglie della creazione” e fa notare quanto “cruciale” sia “la riflessione sul mondo naturale” oggi, nella consapevolezza “della fragilità dell’ambiente”. “La scienza ci offre strumenti per comprendere le leggi della natura, per esplorare il mistero della vita e per affrontare le sfide ecologiche”, riconosce il Papa, aggiungendo che “solo attraverso un’interpretazione etica, culturale e spirituale” è però possibile “afferrare il significato profondo del cosmo che ci circonda e di cui siamo parte”. Per il Pontefice “la visione della natura, nella sua totalità, come dono di Dio”, deve portare “a riflettere sulla nostra responsabilità nei confronti della casa comune” e allora “scienza e fede possono e devono dialogare”, poiché “entrambe chiamate a guidare la nostra comprensione del mondo”. A tal proposito, il premio conferito dalla Pontificia Academia Latinitatis “ricorda che la scienza non può ridursi a mera accumulazione di dati, ma deve aiutare a cogliere la complessità e la bellezza del creato”.
Il servizio alla comunità
Quanto al tema De re publica, “sollecita a esplorare i fondamenti e le strutture della politica”, considerando il bene comune e la giustizia”, evidenzia Francesco, che, “in tempi d’instabilità sociale”, ritiene la tradizione latina “un valore, perché promuove uno stretto legame tra ‘cosa pubblica’ e principi fondamentali della riflessione”. “La politica, quando esercitata con onestà e integrità, è un’arte nobile - afferma -, una vocazione al servizio della comunità, mai dell’interesse privato”. Dunque “la proposta di un ethos radicato nei valori umanistici” è “una chiamata ad azioni responsabili, in un clima di dialogo, di rispetto e di inclusione”. In pratica “la politica deve affrontare le disuguaglianze e promuovere il bene di tutti, in particolare dei più vulnerabili”, e per questo, rimarca il Papa, serve una “formazione umana e culturale”, poiché “solo cittadini ben formati e consapevoli possono essere attori di sani cambiamenti nella società”.
Il latino strumento di riflessione e dialogo
A proposito del latino, poi, Francesco rileva che “è un tesoro di sapere e di pensiero, una chiave per accedere ai testi classici che hanno forgiato il nostro mondo” e “rappresenta le radici della civiltà occidentale”. Inoltre “è una lingua che abbraccia la filosofia, la scienza, l’arte e la politica” e dunque “strumento di riflessione e di dialogo, quanto mai necessario in un mondo frammentato come il nostro”. E coloro che sono stati insigniti del Premio delle Pontificie Accademie 2023 “offrono una visione contemporanea e fresca” del modo in cui può “ancora parlarci e stimolare la nostra riflessione”. “La loro ricerca non solo indaga il pensiero dei grandi maestri del passato, ma integra il loro sapere in un contesto moderno, avvicinandolo alle sfide del nostro tempo”, afferma il Papa.
Intraprendenza del pensiero e creatività
Oggi è necessario incoraggiare le nuove generazioni “a intraprendere sentieri di ricerca, a interrogarsi” e ci vogliono “intraprendenza del pensiero” e “creatività, tanto care alla Chiesa”, termina il Pontefice, specificando che queste “sgorgano dalla riscoperta della bellezza di un sapere capace di formare cuori e menti, di creare ponti e di abbattere muri”. Da qui l’auspicio “che il premio conferito oggi diventi un segno di speranza e che la passione dei premiati ispiri altri al medesimo impegno”.
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