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 Volodymyr Zelensky, presidente della Repubblica di Ucraina, ricevuto dal Papa il 13 maggio 2023 Volodymyr Zelensky, presidente della Repubblica di Ucraina, ricevuto dal Papa il 13 maggio 2023

Il Papa incontra Zelensky l’11 ottobre

Il leader ucraino in udienza nel Palazzo Apostolico alle 9.30. È la terza volta che il presidente viene ricevuto in Vaticano da Francesco, l’ultima nel maggio 2023. I due si erano visti a giugno nel bilaterale riservato durante il G7 in Puglia. In mezzo, contatti pubblici e privati e appelli e la missione del cardinale Zuppi con tappa anche a Kyiv e l'incontro tra il capo di Stato e il segretario di Stato Parolin

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky torna per la terza volta in Vaticano in udienza da Papa Francesco. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede, informando che l’appuntamento è fissato per questo venerdì 11 ottobre, alle 9.30. L'incontro tra il Pontefice e il leader del Paese “martoriato” da un conflitto che dura da oltre due anni e mezzo -  oggi impegnato in Croazia ad un vertice tra l’Ucraina e i Paesi dell’Europa sud-orientale - avviene a quattro mesi dal bilaterale durante il G7 in Puglia e ad oltre un anno e mezzo dall’ultimo incontro nell’Auletta dell'Aula Paolo VI, del 13 maggio 2023. Quaranta minuti di colloquio allora, durante i quali il Papa aveva assicurato la sua preghiera costante per il Paese mai dimenticato nei suoi appelli pubblici e l’invocazione continua di pace.

L'ultima udienza in Vaticano nel maggio 2023

Entrambi, informava allora una nota vaticana, avevano “convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione” e il Papa sottolineava "in particolare la necessità urgente di 'gesti di umanità' nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”. Zelensky – che quel giorno aveva avuto un colloquio anche con monsignor Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati - tramite un post su X ribadiva la gratitudine al Papa per la “personale attenzione alla tragedia di milioni di ucraini” e confermava di aver parlato a Francesco delle “decine di migliaia di bambini ucraini deportati” da riportare a casa con “ogni sforzo”. Aggiungeva di aver chiesto di “condannare i crimini russi in Ucraina” e di aver parlato della “Formula di Pace” come “unico algoritmo effettivo per raggiungere una pace giusta”, proponendo di “aderire alla sua attuazione”.

Il Papa e Zelensky al G7 di giugno in Puglia
Il Papa e Zelensky al G7 di giugno in Puglia

I contatti dallo scoppio della guerra e il bilaterale al G7

La prima volta che Zelensky aveva fatto il suo ingresso nel Palazzo Apostolico vaticano era stato l’8 febbraio 2020, quando in Europa iniziava ad aleggiare la minaccia della pandemia di Covid-19 e la guerra sembrava un fantasma segregato solo nella zona Est dell’Ucraina. Sin dal primo bombardamento russo a Kyiv, con il Papa ci sono stati diversi contatti tra lettere e telefonate, una il 28 dicembre 2023 per gli auguri di Natale e ribadire l'auspicio di una “pace giusta per tutti noi”.

Un anno e mezzo dopo lo scoppio del conflitto, Zelensky – non più isolato come nei primi mesi – è tornato poi a viaggiare e, a maggio dello scorso anno, ha compiuto un itinerario che ha toccato diverse capitali europee, tra cui Roma e Città del Vaticano. Quest'anno, a giugno, il presidente ha partecipato insieme a capi di Stato e di Governo al summit del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, e in quell'occasione ha avuto un bilaterale riservato con il Papa.

La missione di Zuppi

Dall’udienza in Vaticano del maggio 2023 ad oggi sono stati numerosi gli appelli da parte del Papa, in particolare per lo scambio dei prigionieri e per una soluzione pacifica per l’Ucraina. E c’è stata la missione del cardinale Matteo Maria Zuppi, volta ad “allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina, nella speranza, mai dimessa dal Santo Padre, che questo possa avviare percorsi di pace”. Tra giugno e luglio il presidente della CEI si è recato come emissario papale a Kyiv – dove ha visto lo stesso Zelensky -, poi a Mosca, Washington e Pechino, incontrando rappresentanti politici ed ecclesiastici. La missione di Zuppi, come confermato anche dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin in diverse occasioni, ha messo in moto “un meccanismo” per lo scambio dei prigionieri e il rimpatrio dei bambini. Un meccanismo che va a rilento ma che procede e che ha portato anche a risultati concreti come la liberazione dei due religiosi redentoristi, Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta, arrestati nel novembre 2022 e rilasciati dalla Russia in uno scambio di prigionieri con l’Ucraina il 29 giugno scorso. Un risultato per cui Zelensky ha ringraziato, tra gli altri, la Santa Sede per “gli sforzi” fatti “per riportare a casa queste persone".

Il cardinale Parolin e il presidente ucraino Zelensky
Il cardinale Parolin e il presidente ucraino Zelensky

L'incontro con Parolin

Gratitudine che il leader ucraino ha ribadito anche al cardinale Parolin, incontrato nell'ambito del viaggio del luglio scorso del Segretario di Stato in Ucraina, in occasione delle celebrazioni nel Santuario mariano di Berdychiv. Il porporato ha fatto tappa anche a Kyiv ed è stato ricevuto da Volodymyr Zelensky al quale ha ribadito “la vicinanza del Papa e l’impegno a trovare una pace giusta e duratura per la martoriata Ucraina”. Nel corso dell’incontro il presidente ucraino ha conferito al cardinale pure un’alta onorificenza nazionale, l’Ordine al Merito.

 

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09 ottobre 2024, 14:00