Lo sguardo dei Papi sugli Usa, Paese nato da grandi principi e profonda fede
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Gli occhi del mondo sono oggi puntati sugli Stati Uniti. Gli elettori dell'intero Paese sono chiamati alle urne per scegliere il nuovo presidente. La sfida per la Casa Bianca contrappone il candidato repubblicano Donald Trump alla democratica Kamala Harris. Ma con quali occhi guardare alla storia e alle speranze del popolo americano? Seguendo la prospettiva delineata in discorsi, visite e storici incontri dei Pontefici con i più alti rappresentanti di questa nazione, emerge una cornice in cui, ancor prima dell’indipendenza avvenuta nel 1776, ha un ruolo primario il patrimonio spirituale.
Il seme cristiano nella storia americana
“Un popolo che basa le proprie convinzioni di vita su valori spirituali e morali, su un profondo senso religioso, sul rispetto del dovere, e sulla generosità nel servizio all’umanità”. È questo il ritratto della nazione americana tracciato il 6 ottobre del 1979 da Giovanni Paolo II, primo Pontefice a visitare la capitale statunitense, dove nobili principi sono impressi in monumenti dedicati a figure tanto rappresentative, come George Washington, primo presidente degli Stati Uniti d'America. Un “uomo dal carattere fermo e di penetrante sagacia di mente”, sottolinea Pio XII nell’enciclica Sertum Laetitiae. In questo testo, scritto nel 1939 in occasione del 150.mo anniversario della costituzione della gerarchia ecclesiastica negli Stati Uniti, Papa Pacelli ricorda “la salda amicizia” tra il padre della patria statunitense e il primo pastore di Baltimora, monsignor John Carroll, “avvinti da legami di benevolenza”, a perpetuo esempio per i posteri della connessione tra “supremi principi etici” e la fede cristiana. Papa Pio XII riferendosi alla fioritura della chiesa cattolica in questo Paese, ricorda in particolare l’enciclica del 1895 di Leone XIII Longiqua Oceani. “Come l’arca di Noè - scrive Papa Pecci - portava in sé il germe di Israele e le reliquie del genere umano, nello stesso modo le navi di Colombo, affidandosi all’oceano, trasportarono il principio dei grandi Stati e il seme del Cattolicesimo nelle terre oltremare”.
La pace e la coscienza morale
Negli incontri tra i Pontefici e i capi di Stato americani le nobili tradizioni della storia americana legate a valori spirituali si saldano anche con l’anelito per la pace. Il 6 dicembre del 1959 Papa Giovanni XXIII riceve nel Palazzo Apostolico vaticano il presidente degli Stati Uniti d’America, Dwight D. Eìsenhower. In quell’occasione Roncalli si rallegra nel vedere gli Stati Uniti tendere verso “gli alti ideali di una leale ed effettiva concordia tra le nazioni”. Il 4 ottobre del 1965 è il giorno della prima di un Papa al Palazzo di Vetro. Papa Paolo VI conclude il proprio discorso nella sede dell’Onu a New York con questo auspicio: “dobbiamo abituarci a pensare in maniera nuova l'uomo”. Si devono vedere “in maniera nuova le vie della storia e i destini del mondo” per far prevalere la “coscienza morale dell'uomo”. La voce della coscienza è saldamente connessa a quella della libertà. Su questo tema si sofferma Benedetto XVI durante il viaggio apostolico negli Stati Uniti nel 2008. “La libertà - afferma - non è solo un dono, ma anche un appello alla responsabilità personale”. Gli americani lo sanno per esperienza. “Quasi ogni città di questo Paese - spiega Papa Benedetto XVI - possiede i suoi monumenti che rendono omaggio a quanti hanno sacrificato la loro vita in difesa della libertà”.
Vie di libertà
La storia degli Stati Uniti si può leggere anche attraverso l’eredità lasciata da suoi grandi figli. Nella visita al Congresso, il 24 settembre del 2015, Papa Francesco ricorda che Abraham Lincoln è stato il “custode della libertà che ha instancabilmente lavorato perché “questa nazione, con la protezione di Dio, potesse avere una nuova nascita di libertà”. Nel cammino dell’umanità deve poi continuare ad essere fonte di ispirazione il sogno di Martin Luther King per “pieni diritti civili e politici per gli afro-americani”. Durante il discorso rivolto al Congresso degli Stati Uniti d’America, Francesco ricorda anche la figura del monaco cistercense Thomas Merton, un “uomo di preghiera, un pensatore che ha sfidato le certezze di questo tempo e ha aperto nuovi orizzonti per le anime e per la Chiesa”. Papa Francesco ricordando alcuni grandi rappresentanti di questa terra si sofferma infine sulla testimonianza lasciata da Dorothy Day, che ha lottato “per la giustizia e la causa degli oppressi”. Nei volti di Abraham Lincoln, Martin Luther King, Thomas Merton e Dorothy Day e in quelli di tanti altri si scorge la bellezza di questo popolo. Una nazione che ha sempre attinto al patrimonio di grandi principi e alla forza delle fede per percorrere, anche in tempi scossi da guerre e squilibri, le vie della libertà.
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