Il Papa riceve una delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani Il Papa riceve una delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani

Francesco ai giovani: continuate a sognare, non diventate “pensionati della vita”

Nel suo discorso ai membri del Consiglio Nazionale dei Giovani, Francesco invita le nuove generazioni ad essere testimoni della "speranza che non delude" senza lasciarsi influenzare da “pessimismo” e “scetticismo”. Dai conflitti, come in un labirinto, si può uscire soltanto insieme, puntando "più in alto” delle “sabbie mobili dell’inimicizia”

Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

“Per favore, non perdere la capacità di sognare: quando un giovane perde questa capacità, non dico che diventa vecchio, no, perché i vecchi sognano. Diventa un “pensionato della vita”. È molto brutto. Per favore, giovani, non siate “pensionati della vita”, e non lasciatevi rubare la speranza! Mai! La speranza non delude mai!”

È un appello accorato e sentito, quello di Papa Francesco ai membri del Consiglio Nazionale dei Giovani, l’organo consultivo chiamato a rappresentarli nell’interlocuzione con le istituzioni, ricevuti oggi, sabato 16 novembre, nella Sala del Concistoro, per celebrare il ventesimo anniversario dalla fondazione.

LEGGI IL DISCORSO INTEGRALE DI PAPA FRANCESCO

Il Papa esorta le nuove generazioni a farsi portatrici della “bellezza e della novità della vita”, convertendo le divergenze in “capacità di ascolto” ed aspirando ad ideali più alti delle “sabbie mobili dell’inimicizia”. “Il male, il pessimismo, lo scetticismo non avranno l’ultima parola”, la rassicurazione di Francesco.

I giovani si riconoscono nella speranza

“La speranza non delude!” Le parole con le quali Papa Francesco ha indetto il prossimo Giubileo aderiscono alle rilevazioni del Consiglio, per le quali “la speranza è l’atteggiamento interiore in cui i giovani italiani oggi si riconoscono di più”. Una contrapposizione, nota il Papa, rispetto a tante "persone sfiduciate perché guardano al futuro con scetticismo e pessimismo".

Il Papa riceve una delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani
Il Papa riceve una delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani

Partecipazione attiva insieme alle istituzioni

Un sentimento che Francesco chiede di promuovere attraverso una “partecipazione attiva” nel dialogo con le istituzioni, “facendo rete" - "ma anche facendo chiasso. È molto importante" -  tra le diverse realtà ispirate alla “solidarietà” e “all’inclusione”.

In questo compito vi invito ad essere voce di tutti, specialmente di chi non ha voce. E oggi c’è tanta gente che non ha voce, tanti esclusi, non solo socialmente, per i problemi di povertà, mancanza di educazione, dittatura della droga… ma anche di coloro che non sanno sognare. Fate “rete” per sognare, e non perdere questa capacità. Sognare.


Il complicato contesto odierno

Una missione tutt’altro che facile da compiere, viste le sfide che “la cronaca di questi giorni” restituisce. Il Papa ne elenca alcune: “la dignità del lavoro, la famiglia, l’istruzione, l’impegno civico, la cura del creato e le nuove tecnologie”. Questioni che, portate all’esasperazione, convergono nel registrato “aumento di atti di violenza e di autolesionismo, fino al gesto più estremo di togliersi la vita”. "Voi sapete che", aggiunge Francesco, "nel mondo, i suicidi giovanili non si pubblicano tutti, si nascondono".

Generare relazioni nelle diversità

In tempi segnati da “una metamorfosi non solo culturale ma anche antropologica” il Papa rilancia la necessità della promozione di un “villaggio educativo” che, “nella diversità”, condivida “l’impegno a generare una rete di relazioni umane e aperte”.

Serve un patto, un’alleanza, tra coloro che desiderano mettere al centro la persona e, allo stesso tempo, sono disposti a investire nuove energie per la formazione di chi sarà al servizio della comunità.

Il contributo più bello

“C’è una bellezza che va al di là dell’apparenza”, spiega il Papa, incarnata da “ogni uomo e donna” capace di vivere “con amore” la propria “vocazione personale, nel servizio disinteressato alla comunità, nel lavoro generoso per la felicità della famiglia, nell’impegno gratuito per far crescere l’amicizia sociale”. Esaltarla, “significa porre le basi della solidarietà sociale e della cultura dell’incontro”.

Il vostro servizio disinteressato per la verità e la libertà, per la giustizia e la pace, per la famiglia e la politica è il contributo più bello e necessario che potete offrire alle istituzioni per la costruzione di una società nuova.

Il Papa riceve una delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani
Il Papa riceve una delegazione del Consiglio Nazionale dei Giovani

Le domande del Papa

Il Pontefice pone poi, a braccio, due questioni ai presenti: "Voi sapete giocare con i bambini? Voi siete capaci di perdere il tempo per giocare con i vostri figli o con i vostri nipotini?" E poi, la seconda, "Voi siete capaci di accarezzare un anziano?" Domande che Francesco ritiene necessarie in una "cultura", quella odierna, dove "i bambini si lasciano crescere da soli, senza tenerezza, e i vecchi si mandano nelle case di riposo, perché muoiano lì".

Dobbiamo cambiare: giocare con i bambini, e carezzare i vecchi. E questo farà che la vostra gioventù sia feconda. Non dimenticate questo: bambini e vecchi.

Il male non avrà l'ultima parola

Esiste poi una verità, “la più importante”. Un “annuncio”, che secondo Francesco “abbiamo sempre bisogno di riascoltare”.

““Dio ti ama”, “Cristo ti salva”, “Egli vive!”. Se Egli vive, allora la speranza non è vana. Il male, il pessimismo, lo scetticismo non avranno l’ultima parola.”

Gesù, nome e volto della speranza

È “l’incontro con una Persona”, piuttosto che “una decisione etica o una grande idea” a dare “vita ad un nuovo orizzonte” di vita cristiana, spiega il Papa. “Un nome e un volto”, sintesi di quella speranza nella quale i giovani italiani si riconoscono: Gesù.

Puntare in alto

Francesco non nasconde le difficoltà che i giovani incontreranno nel loro cammino. “Non temete!”, il suo incoraggiamento. “Non abbiate paura di attraversare anche i conflitti”, aggiunge, chiedendo di avere la pazienza di vederli trasformati in “riconoscimento dell’altro” e “crescita reciproca”. Le divergenze sono paragonate ad un labirinto, dal quale per uscire è necessario essere "in compagnia di un altro che ci aiuti" e sempre "dall'alto", "perché la vita non sia un giro labirintico, che uccide la gioventù". Il Papa non cela neppure la tristezza in lui suscitata dall'osservare i giovani che "vivono nella superficialità", evitando di "attraversare i conflitti".

“Provare a superarli è il segno che abbiamo puntato più in alto, più in alto dei nostri interessi particolari, per uscire dalle sabbie mobili dell’inimicizia”

L'affidamento finale al beato Pier Giorgio Frassati

“Cercare, custodire e portare la voce e la speranza dei giovani italiani nelle sedi istituzionali” è la richiesta finale del Papa ai giovani, affidati nella preghiera al beato Pier Giorgio Frassati. “Lo conoscete?”, chiede. “Io da bambino avevo sentito parlare di lui perché il mio papà era compagno dell’Azione Cattolica. È un giovane come voi, che ha testimoniato con la vita la gioia del Vangelo. Vi invito a conoscerlo e imitare la sua coerenza e il suo coraggio”.


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16 novembre 2024, 10:55