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Un incontro tra Papa Francesco e Sua Santità Mar Awa II, Catholicos e Patriarca della Chiesa Assira d'Oriente (archivio) Un incontro tra Papa Francesco e Sua Santità Mar Awa II, Catholicos e Patriarca della Chiesa Assira d'Oriente (archivio)  (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Il Papa e il Patriarca assiro Mar Awa III celebrano i 30 anni della Dichiarazione comune

Domani la visita da Francesco in Vaticano del Catholicos della Chiesa Assira dell’Oriente per l'anniversario del documento ecumenico. Il ricordo del 40.mo della prima visita a Roma di un Patriarca assiro con Giovanni Paolo II

Vatican News

Era l’11 novembre del ‘94 quando Giovanni Paolo e l’allora Catholicos Patriarca della Chiesa assira dell’Oriente, Sua Santità Mar Dinkha IV, siglavano la Dichiarazione cristologica comune che sanciva, come si legge nel testo, “un passo fondamentale del cammino verso la piena comunione” tra la comunità cattolica e quella orientale.

La cerimonia per l’anniversario

A 30 anni di distanza da quell’evento, domani, 9 novembre, saranno insieme in Vaticano Papa Francesco e il Catholicos assiro Sua Santità Mar Awa III per le celebrazioni dell’anniversario, al quale si lega anche una seconda ricorrenza a cifra tonda, i 40 anni dalla prima visita a Roma di un Patriarca assiro - ovvero lo stesso Mar Dinkha IV che con Papa Wojtyla aveva dato inizio nel 1984 all’avvio dei lavori della Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Assira d'Oriente.

E saranno proprio alcuni membri della Commissione mista che domani accompagneranno la visita del Patriarca Mar Awa III da Francesco, come informa una nota del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani in cui si sottolinea che i lavori della Commissione hanno “recentemente avviato una nuova fase di dialogo sulla liturgia nella vita della Chiesa”.

La Dichiarazione del ‘94

“Prescindendo dalle divergenze cristologiche che ci sono state - si legge in un passaggio della Dichiarazione del ’94 - oggi noi confessiamo uniti la stessa fede nel Figlio di Dio che è diventato uomo perché noi, per mezzo della sua grazia, diventassimo figli di Dio”. La “fede e la reciproca fiducia che già esistono tra le nostre Chiese - conclude il testo - ci autorizzano d’ora in poi a considerare come sia possibile testimoniare insieme il messaggio evangelico e collaborare in particolari situazioni pastorali, tra le quali, e in modo speciale, nel campo della catechesi e della formazione dei futuri sacerdoti”.

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08 novembre 2024, 12:25