I Papi e i bambini, voci da ascoltare per accogliere il futuro
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Il 20 novembre di ogni anno l'Unicef celebra il World Children's Day con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Questa data non è casuale: il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha infatti adottato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Quest’anno, il messaggio dell’Unicef, “Ascolta il Futuro”, è una esortazione ai governi, al settore privato, alle famiglie e a tutti gli adulti ad ascoltare la voce dei bambini e dei ragazzi. Nel mondo, un bambino su quattro vive in condizioni di grave povertà alimentare.
Francesco: i bambini sono il futuro
Papa Francesco, che ha fortemente voluto la prima Giornata Mondiale dei Bambini e delle bambine tenutasi lo scorso mese di maggio a Roma, ha più volte ricordato le drammatiche piaghe che colpiscono i più piccoli in varie regioni del pianeta. Il 6 novembre del 2023 il Papa ha incontrato oltre 6 mila bambini provenienti da 56 Paesi. Il discorso del Pontefice ha una direttrice: quella del futuro.
Io vorrei accogliere tutti voi così, uno per uno, ma siete in tanti, e allora a tutti insieme vi dico, bambini e bambine, che voi siete una cosa meravigliosa, la vostra età è meravigliosa e vi dico di andare avanti. E voi siete proprio nella Chiesa. Pensiamo ai bambini che in questo momento stanno soffrendo – non dimentichiamolo – per i disastri climatici, per la fame, per la guerra e per la povertà. Voi sapete che c’è gente cattiva che fa del male, che fa la guerra, distrugge… Voi, volete fare del male? [rispondono: “No!”] Voi volete aiutare? [rispondono: “Sì!”] Mi piace questo, mi piace. Cari bambini, la vostra presenza qui è un segno che arriva dritto al cuore di tutti noi adulti, e noi, le persone grandi, dobbiamo guardare la vostra spontaneità e ascoltare il vostro messaggio.
Benedetto XVI e i piccoli che soffrono
La Chiesa manifesta una speciale predilezione per l’infanzia, specialmente quando si tratta di fanciulli sofferenti. Lo ha ricordato Papa Benedetto XVI, nel 2005, durante la visita all’Ospedale “Pediatrico Bambino Gesù”. Lo sguardo del Pontefice si posa su bambini piccoli e deboli, distesi nelle incubatrici o collegati a macchinari con suoni incessanti. In questo nostro tempo, l’aumento delle temperature e le condizioni atmosferiche sempre più estreme hanno conseguenze drammatiche sulla salute dei bambini. Ogni aumento di 1°C - ricorda l'Unicef - incrementa del 5% il rischio di natimortalità e di nascite premature.
Passando per alcuni reparti, imbattendomi con tanti piccoli che soffrono, ho pensato spontaneamente a Gesù che amava teneramente i bambini e voleva che li lasciassero andare a Lui. Sì, come Gesù, anche la Chiesa manifesta una speciale predilezione per l’infanzia, specialmente quando si tratta di fanciulli sofferenti. Ed ecco, allora, il secondo motivo per cui sono venuto tra voi: per testimoniare anch’io l’amore di Gesù per i bambini, un amore che si effonde spontaneo dal cuore e che lo spirito cristiano accresce e rafforza. Il Signore ha detto: “Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me” (cfr Mt 25,40.45). In ogni persona sofferente, ancor più se piccola e indifesa, è Gesù che ci accoglie e attende il nostro amore.
Paolo VI: siate testimoni di Cristo
Il mondo dei più piccoli è anche quello della scuola. Secondo dati resi noti recentemente dall'Unicef, sono oltre 250 milioni, nel mondo, i bambini e i ragazzi che non frequentano la scuola. Nel 1974 Papa Paolo VI, incontrando un gruppo di bambini e bambine di istituti elementari di Castel Gandolfo, ha ricordato che gli anni della formazione sono anche una occasione anche per offrire, ogni giorno, una testimonianza cristiana.
Eccoci ora a voi, cari bambini e bambine delle Scuole Elementari di Castel Gandolfo, che vi siete distinti quest’anno per lo studio e la pratica della Religione. (....) Vi diciamo la nostra lode più viva per il risultato che avete raggiunto, al quale, badate bene, noi attribuiamo grandissima importanza: e non solo per voi, che siete stati i più bravi, ma anche per tutti i vostri condiscepoli, che insieme con voi hanno preso parte a questa gara tanto significativa. Infatti è molto bello che lo studio della religione non si fermi solo alle nozioni dell’intelligenza, sia pure necessarie e indispensabili, ma passi nella pratica della vita. La dottrina cristiana è fatta per la vita.
Quella carezza di Giovanni XXIII
Date una carezza ai vostri bambini e dite che è la carezza del Papa. Questa frase, rimasta nella storia, è stata pronunciata Papa Giovanni XXIII l'11 ottobre del 1962 in occasione dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Di quella parola buona hanno bisogno, specialmente oggi, molti bambini nati in Paesi scossi dalla guerra. I bambini, ucraini, quelli di Gaza e di tante altre terre segnate da conflitti attendono la carezza della pace.
“Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: Questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza. E poi, tutti insieme ci animiamo cantando, sospirando, piangendo, ma sempre sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuare e riprendere il nostro cammino”.
Pio XII e i “piccoli amici di Gesù”
I bambini sono “piccoli amici di Gesù, a cui Egli ama di confidare i suoi segreti, le sue brame, per la pace delle vostre famiglie, della vostra cara patria e della grande famiglia umana”. È quanto ha sottolineato Papa Pio XII incontrando il 2 aprile del 1949 i bambini delle scuole elementari di Roma.
Voi siete venuti per dirCi, a nome vostro e di tutti i bambini d'Italia e del mondo, che siete sempre pronti ad ascoltare la voce divina di Gesù, perché Egli vi ama e parla giorno per giorno ai vostri cuori. Voi avete certamente appreso dai vostri buoni Maestri come S. Giovanni Apostolo ed Evangelista, giunto alla estrema vecchiaia, soleva rivolgere ai suoi fedeli sempre le stesse parole: Figliuoli, amatevi l'un l'altro. Era abbastanza; era tutto. Tutti i libri e i catechismi, tutti i discorsi di sacerdoti, dall'altare, nel confessionale, attraverso la radio, non potrebbero dirvi nulla di più perfetto. Questo: Cari fanciulli, amatevi l'un l'altro, come Gesù vi ha amati.
Salvaguardare i diritti dei bambini
Le parole pronunciate da Pio XII nel 1949 durante l’incontro con i bambini delle scuole elementari di Roma risuonavano in un mondo appena uscito dal dramma della Seconda Guerra Mondiale. Oggi i rapidi cambiamenti globali stanno mettendo in discussione le basi stesse dell’infanzia del futuro. Conflitti e gravi violazioni dei diritti minano uno dei principi fondamentali dell’umanità: quello alla cura e alla protezione dei bambini. L’ultimo rapporto dell’Unicef, “The State of the World’s Children 2024: The future of childhood in a changing world”, lancia un appello ai governi: agire ora per salvaguardare i diritti dei bambini e degli adolescenti. È necessario implementare soluzioni per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici, pianificare i cambiamenti demografici e garantire una buona governance nell’uso delle tecnologie di ultima generazione.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui