In dono al Papa le orecchiette fatte in casa dalle donne di Bari vecchia
Rosario Capomasi - Città del Vaticano
Nella parte dedicata all’Intelligenza Artificiale della recente enciclica Dilexit nos, Papa Francesco sottolinea come nessun algoritmo potrà mai uguagliare l’uso «della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne». Ne è convinta anche Nunzia Caputo, pastaia di Bari, che stamane, in occasione dell’udienza generale in piazza San Pietro, ha portato in regalo al Pontefice le “orecchiette” del suo pastificio. Dentro quell’apparente semplice dono è in realtà racchiusa una storia di riscatto e amore che rappresenta un grande segno di speranza. «Sì, qualche anno fa - ha raccontato Nunzia - ho creato un gruppo di donne, mamme e nonne, che hanno riaperto importanti e antiche botteghe di Bari vecchia, dando a lavoro a ragazze e strappandole a una vita di furti e tossicodipendenze». E così, insegnando loro ogni giorno l’antica tecnica di lavorazione della pasta “fatta in casa” si è formata nel tempo una squadra capace di richiamare l’attenzione di un gran numero di turisti in una zona troppo spesso nota per episodi di malavita. «Quando abbiamo letto quel passaggio dell’enciclica - ha proseguito la donna - ci siamo sentite pervadere da un’emozione grandissima, riconoscendo nelle parole del Pontefice tutta l’importanza dei gesti d’amore che nessuna macchina o computer potranno mai soppiantare». Per Nunzia vedere le ragazze passare in breve tempo dalla prostrazione di un’esistenza grama alla consapevolezza di un futuro radioso, non ha prezzo. «La fiducia che hanno ricevuto, sapendo che nessuno le giudicava ma che anzi erano spronate a mostrare il loro talento, è la stessa fiducia offerta dalla Chiesa e dalla fede».
I rappresentanti dell'Associazione "50&più"
Presenti all’udienza anche i rappresentanti dell’Associazione “50&più”, che Papa Francesco ha salutato. Essa opera per il riconoscimento delle persone con più di cinquant’anni come risorse da valorizzare, promuovendone il ruolo sociale e il protagonismo attivo, e fornendo loro assistenza e supporto. «Quest’anno festeggiamo il mezzo secolo con trecentomila iscritti in tutta Italia - ha spiegato il segretario generale Lorenzo Francesconi -. Con il tempo è cresciuto il numero dei soci appartenenti alla fascia della terza età e sappiamo quanto il Pontefice sia sensibile a temi riguardanti la valorizzazione degli anziani, una ricchezza anche per le nuove generazioni».
Delegazioni dall'Italia e dal mondo
In Piazza San Pietro era anche una delegazione dalla Repubblica Ceca, guidata dal cardinale Dominik Duka, arcivescovo emerito di Praga, accompagnato dal vescovo ausiliare Zdenek Wasserbauer. Sono a Roma per commemorare, in occasione dei 110 anni dell’inizio della Prima Guerra mondiale, non solo i loro connazionali caduti, ma tutte le vittime dei conflitti bellici, e per pregare per la pace. Dopo l’udienza, il coro e l’orchestra di Rycnhov, anch’essi parte della delegazione ceca, hanno donato al Papa un anello ricoperto di pietre preziose. Tra i presuli presenti all’udienza l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, che ha accompagnato l’associazione Anffas per famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, e Mario Vaccari, vescovo francescano di Massa Carrara-Pontremoli, con la squadra di calcio della Carrarese. Provenienti dall’Inghilterra non hanno fatto mancare il loro saluto al Pontefice anche i cavalieri dell’Ordine di San Giorgio. Un bassorilievo intitolato Fratellanza è stato donato a Francesco dalla scultrice Anna dell’Agata, come simbolo di amore e riconoscenza per il suo alto magistero nel mondo, e il sacerdote verbita Pavel Kobliha lo ha omaggiato del quadro Canto del Papa alla Terra, dove il Pontefice viene raffigurato nell’atto di leggere le Sacre scritture con riferimenti simbolici all’enciclica Laudato si’.
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