Lungo il mare e tra la gente, festa ad Ajaccio per la visita di "Papa Francescu"
Salvatore Cernuzio – Inviato ad Ajaccio
Le Bocche di Bonifacio hanno risparmiato Ajaccio dal vento impetuoso che, come dicono gli abitanti, qui in Corsica fa volare pure i muri, lasciando il posto in questa domenica 15 dicembre, giorno della visita di Papa Francesco, ad un sole caldo che si riflette sulle acque del Mediterraneo. Quel “mare unico”, come l’ha definito lui stesso, fa da sfondo alle meno di dodici ore del viaggio di “Papa Francescu”, con la U come vuole la lingua corsa e come si legge nelle scritte sui tanti striscioni che sventolano da balconi e palazzi dalla forma curvilinea. O anche da traghetti, barche a vela, navi da carico abnormi - molte provenienti dalla Sardegna – che oscurano la visuale delle montagne dalle vette innevate. Mare e montagna, spiaggia e asfalto; nelle orecchie la risacca e il sibilo della corrente, nelle narici la salsedine e delle piante fiorite nei giardinetti delle strade. Tutto insieme in un unico scenario. Forse per questo la Corsica viene definita l’Île de beauté, isola della bellezza.
Lo sguardo alla gente scesa in strada
Tuttavia il Papa, dal suo arrivo all’aeroporto dedicato a Napoleone, accolto dal sottofondo di una tipica “pivana” che intonava una “nana” (una ninna nanna), probabilmente non ha avuto neppure il tempo di guardare il panorama circostante. Lo sguardo dall’auto scoperta – la nuova papamobile donata dalla Mercedes qualche settimana fa – da subito è stato rivolto alla gente. A quelle centinaia di migliaia di persone affacciate dai balconi decorati di fiori bianco-gialli o bandiere con la “Testa di moro” simbolo della Corsica oppure dall’alba dietro le transenne – c’era pure qualcuno sui rami degli alberi – a gridare “Vivu Papa! Vivu Papa!”.
Tra Rue e Boulevard
Dalla folla, anzi, dalle tante piccole folle che si annidano in Rue e Boulevard o all’ombra di boulangerie e brasserie dai nomi caratteristici (“A calata”, “A marinata”, per dirne alcuni) spiccano soprattutto gli abiti colorati rossi, viola, neri, bianchi, delle confraternite, le tante confraternite che caratterizzano la chiesa corsa e incarnano quella “pietà popolare” che è filo conduttore della visita papale. Qualcuno ha portato in strada statue della Madonna e di San Giuseppe sulle portantine, icone della Madonna e piccoli presepi. Hanno accompagnato con canti e preghiere il passaggio della vettura papale. Che ha percorso 200 metri in circa mezz’ora dato che Francesco ha voluto fermarsi ogni due passi per salutare i bambini, benedire i neonati, stringere le mani ad alcune anziane.
Il saluto alla più anziana della città: Jean-Marie, 108 anni
Tra loro pure “la più anziana di Ajaccio”, Jean-Marie, 108 anni compiuti, in sedia a rotelle con il plaid sulle gambe. Lo dichiarava lei stessa in un cartello mostrato con fierezza per strada, con la scritta per il Papa “Bonavinuta!”. Francesco ha incrociato la signora nella sua sosta al Battistero di Saint-Jean, struttura risalente al VI secolo ma riemersa solo nel 2005 durante gli scavi per un parcheggio pubblico. Piazzato in mezzo ai tanti palazzi di Ajaccio che mostrano il boom edilizio degli anni ’60, custodito dietro una teca di vetro, il Pontefice si è voluto soffermare per alcuni istanti e benedirlo con l’aspersorio. Un giovane con una sciarpa viola ha recitato il Credo in francese, bambini con i maglioncini bianchi hanno intanto cantato in coro, così come alcuni membri delle confraternite.
L'omaggio alla "Madunnuccia"
È stato questo il primo dei due “fuori programma” della mattinata di Ajaccio; il secondo è stata la preghiera davanti alla statua della Vergine della Misericordia. La patrona della Corsica che i cattolici dell’isola – circa il 90% - venerano come la “Madunuccia”, con un vezzeggiativo che, non è solo tipicità linguistica, ma anche segno d’affetto del popolo verso colei che nel 1656, quando un’epidemia di peste colpì gravemente l’Italia, compresa la città di Genova sotto il cui possesso si trovava la Corsica, cambiò il corso del vento impedendo alle navi cariche di malati di attraccare ai porti ajaccini. E quindi il diffondersi dell’epidemia.
Collocata nella nicchia di una casa, oggi adornata di ghirlande blu e verdi, nella parte alta di Place Foch (conosciuta come Place des Palmiers), a sinistra di rue Bonaparte, la Madunnuccia è meta di processioni e intorno a Lei il 18 marzo si celebra una delle feste religiose più sentite. Il Papa ha voluto renderle omaggio tra la sessione conclusiva del congresso sulla religiosità popolare e l’incontro con il clero nella cattedrale di Santa Maria Assunta. Un breve intermezzo di preghiera con il Papa che, arrivato in papamobile al suono di una banda, prima le ha rivolto uno sguardo e poi ha abbassato il capo per pregare in silenzio. Con una candela il Papa ha poi acceso il cero tenuto da un bambino, deposto infine davanti alla effigie mariana. Tutta intorno la gente, rimasta ordinata nonostante le urla di “Santo Padre, Santo Padre”, anche in italiano, fossero fragorose. Anche quello il segno della fede di un popolo che, anche se breve, ha scritto una pagina certamente nuova della storia della sua terra, mai visitata da un Papa.
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