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Francesco: per Natale il cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra

Francesco, subito dopo l’Angelus, nel giorno dedicato all’Immacolata Concezione, chiede preghiere per i Paesi vittime della violenza e invoca una tregua globale in occasione delle celebrazioni natalizie. Appello affinché in Nicaragua “si cerchi sempre la via di un dialogo rispettoso e costruttivo al fine di promuovere la pace, la fraternità e l’armonia”

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

 

Che Natale sia occasione per il mondo di far tacere le armi. Nel giorno dedicato alla Immacolata Concezione, il Papa nei saluti del dopo Angelus, guarda ai luoghi vittime di conflitti e di oppressione per chiedere, ennesimo appello, che si preghi per la pace e si promuova la fraternità. A cominciare dal Nicaragua, Paese che l’8 dicembre celebra la sua Patrona e al quale Francesco è sempre stato vicino.

Vi invito ad unirvi in preghiera per la Chiesa e il popolo del Nicaragua, che celebra la Purissima, come Madre e Patrona, e innalza a Lei un grido di fede e di speranza. Che la Madre celeste sia per loro di consolazione nelle difficoltà e nelle incertezze, e apra i cuori di tutti, affinché si cerchi sempre la via di un dialogo rispettoso e costruttivo al fine di promuovere la pace, la fraternità e l’armonia nel Paese 

Cessate-il-fuoco per Natale

Il Papa ricorda i Paesi che sono attraversati dalla guerra e rivolge direttamente ai potenti del mondo la sua angosciata richiesta di far zittire la violenza

E continuiamo a pregare per la pace, nella martoriata Ucraina, in Medio Oriente – Palestina, Israele, Libano, adesso la Siria –, in Myanmar, in Sud Sudan e dovunque si soffre per la guerra e le violenze. Faccio appello ai Governanti e alla Comunità internazionale, perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate-il-fuoco su tutti i fronti di guerra

L'appello per i condannati a morte negli Usa

Francesco si rivolge poi a chi negli Stati Uniti può cambiare le sorti di tutti coloro che sono in attesa di esecuzione nel braccio della morte delle carceri del Paese: “Preghiamo – dice il Papa - perché la pena sia commutata, cambiata. Pensiamo a questi fratelli e sorelle nostri e chiediamo al Signore la grazia di salvarli dalla morte”. E poi, in ultimo, l’espressione della sua solidarietà nei confronti dei lavoratori di Siena, di Fabriano e di Ascoli Piceno “che difendono in modo solidale il diritto al lavoro, che è un diritto alla dignità! Che non gli sia tolto il lavoro per motivi economici o finanziari”.

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08 dicembre 2024, 12:51