Il Papa al telefono con Joe Biden
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
In vista della conclusione del suo mandato a gennaio, c’è stata una telefonata ieri sera tra il presidente statunitense uscente Joe Biden e Papa Francesco. Con il leader democratico - con il quale sono stati diversi i contatti e gli incontri in questi anni - il Pontefice ha discusso degli “sforzi per promuovere la pace nel mondo durante le festività natalizie”. A dare notizia del colloquio è una nota della Casa Bianca, in cui si legge che Biden “ha ringraziato il Papa per il suo continuo impegno nell'alleviare le sofferenze globali, compreso il suo lavoro per promuovere i diritti umani e proteggere le libertà religiose”.
Visita di Biden a Roma
Il presidente, sottolinea ancora la nota, “ha anche gentilmente accettato l'invito di Sua Santità Papa Francesco a visitare il Vaticano il mese prossimo”. In un successivo comunicato sempre della White House si riferisce che il presidente uscente si recherà a Roma, dal 9 al 12 gennaio per incontrare individualmente il Papa, il presidente Sergio Mattarella e il primo ministro Giorgia Meloni. Il 10 gennaio, è previsto l'appuntamento in Vaticano. Dunque la visita al Papa sarà una delle ultime prima di lasciare la Casa Bianca il 20 gennaio prossimo, quando il successore Donald Trump presterà giuramento come nuovo presidente eletto degli Usa.
La preoccupazione del Papa per i detenuti condannati a morte
Uno dei temi che stanno particolarmente a cuore al Papa è quello dei detenuti che negli Stati Uniti sono nel corridoio della morte. Una questione da sempre cara a Jorge Mario Bergoglio che nel 2018 ha cambiato il numero 2267 del Catechismo della Chiesa cattolica per ribadire l’inammissibilità della pena di morte, sempre e comunque, perché - spiegava - la dignità umana non viene meno nemmeno quando una persona commette un grave crimine.
L'auspicio per il Giubileo
In uno dei suoi video con le mensili intenzioni di preghiera nel 2022, Francesco aveva ribadito il suo “no” a un provvedimento che non offre giustizia ma alimenta vendetta. Circa due settimane fa, è tornato sulla questione in vista del Giubileo, un tempo di speranza e misericordia durante il quale – come ha scritto nella bolla Spes Non Confundit – è suo auspicio che si possano compiere passi concreti quali il condono del debito estero per i Paesi poveri e l’abolizione in ogni Paese del mondo della pena di morte (fino al 2022 in vigore in 53 Paesi). Un atto “contrario alla fede cristiana” che “annienta ogni speranza di perdono e di rinnovamento”, ha scritto Papa Francesco.
L'appello all'Angelus dell'8 dicembre
Nell’Angelus dell’Immacolata, lo scorso 8 dicembre, si è rivolto a tutti i fedeli presenti in Piazza San Pietro e collegati in streaming chiedendo di “pregare per i detenuti che negli Stati Uniti sono nel corridoio della morte... Preghiamo – ha detto - perché la loro pena sia commutata, cambiata. Pensiamo a questi fratelli e sorelle nostri e chiediamo al Signore la grazia di salvarli dalla morte”.
Il sostegno dei vescovi Usa e delle associazioni umanitarie
Alle parole del Papa è seguito l’immediato appello della Conferenza Episcopale statunitense rivolto a tutti i cattolici degli Usa, affinché chiedano al presidente uscente Biden di commutare in ergastolo le condanne a morte di quaranta persone attualmente detenute nel braccio della morte delle carceri federali. Ancor prima la Catholic Mobilizing Network (Cmn), organizzazione cattolica nazionale che si batte per l’abolizione della pena capitale negli Stati Uniti, aveva lanciato una campagna per commutare la condanna per 40 persone attualmente detenute nelle carceri federali. Secondo il direttore esecutivo, Krisanne Vaillancourt Murphy per il presidente Biden – che già nel giugno 2021 aveva imposto una moratoria temporanea sulle esecuzioni federali (pausa che Trump ha promesso di annullare) - è questa l’opportunità, unica e ultima, di abbracciare l’insegnamento cattolico e salvare le vite di queste persone. E farlo nel primo mese del Giubileo, ultimo del suo mandato.
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