Il Papa: rispettare nei conflitti il diritto umanitario. Basta colpire civili, scuole e ospedali
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
In questa prima domenica del 2025, il Papa torna a denunciare quella che in tante occasioni ha stigmatizzato come “crudeltà” della guerra. Quella brutalità inarrestabile che porta con sé ogni conflitto e che non risparmia neppure bambini, famiglie, malati, gente innocente. Al termine dell’Angelus di oggi, 5 gennaio, Francesco, affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico sotto un cielo romano coperto dal grigiore del maltempo, si appella direttamente alla comunità internazionale chiedendo un intervento deciso.
La comunità internazionale agisca con fermezza perché nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario
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La guerra è sempre una sconfitta
Il diritto che, appunto, viene violato dai raid sopra scuole, ospedali, uffici. Già nell’Angelus del 27 ottobre scorso, ricordando i 75 anni dalle Convenzioni di Ginevra, il Papa domandava il rispetto della vita e della dignità dei popoli e “l’integrità delle strutture civili e dei luoghi di culto, in osservanza del diritto internazionale umanitario”. “È triste vedere come nella guerra, in qualche parte, si distruggono gli ospedali e le scuole”, diceva il Pontefice. Oggi ribadisce la sua denuncia, aggiungendo ad essa l’appello incessante contro la guerra che, mai e in nessun caso, porta a una vittoria.
Non dimentichiamo che la guerra sempre è una sconfitta, sempre
Pregare per i Paesi colpiti dai conflitti
Alle migliaia di fedeli riuniti in Piazza sotto gli ombrelli e a tutti quelli collegati in streaming, Papa Francesco chiede poi di non smettere di pregare per la pace nei Paesi investiti da violenze e tensioni o in mezzo a situazioni complesse. Dal Medio Oriente, da dove giungono le notizie diffuse dal Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, di oltre 45.805 persone uccise dall'inizio del conflitto, 88 solo nelle ultime ventiquattr’ore, fino alle nazioni spesso fuori dai riflettori dei media internazionali. Come il Myanmar, dove la giunta militare ha ordinato la liberazione di 5.864 prigionieri, tra cui 180 cittadini stranieri, nella tradizionale amnistia che sottolinea la Giornata dell’Indipendenza, o il Sudan, dove la guerra civile deflagrata nel 2023 ha provocato una delle peggiori catastrofi umanitarie del pianeta. “Continuiamo a pregare”, scandisce il Pontefice.
Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Siria, Myanmar, in Sudan
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