Il Papa: cambiamo prospettiva secondo il sogno di Dio
Isabella Piro – Città del Vaticano
Un “cambiamento di direzione” e “di prospettiva”, per volgere i passi e lo sguardo a Dio ed entrare “nei suoi sogni”: è ciò che Papa Francesco auspica per ogni uomo e donna che si fa pellegrino sulla terra in questo Anno Santo della speranza. Speranza che risuona forte nelle voci e nei volti emozionati di circa ottomila pellegrini arrivati dalle diocesi campane di Caserta e Capua, che stamani, primo febbraio, hanno affollato l’Aula Paolo VI per l'udienza giubilare. Altri duemila fedeli, provenienti dalla diocesi di Sulmona-Valva, in Abruzzo, hanno seguito l'incontro dalla basilica di San Pietro. Al termine, il Pontefice si è recato a salutarli di persona ed ha recitato con loro il "Padre Nostro" .
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La speranza che mai delude
“Il Giubileo – spiega Francesco - è per le persone e per la Terra un nuovo inizio; è un tempo dove tutto va ripensato dentro il sogno di Dio”. La conversione, aggiunge, è proprio questo: il cambiare direzione, il guardare le cose “da un’altra prospettiva”, dirigendo il cammino “verso mete nuove”.
Così sorge la speranza che mai delude...E anche per noi l’esperienza della fede è stata stimolata dall’incontro con persone che nella vita hanno saputo cambiare e sono, per così dire, entrate nei sogni Dio.
Maria Maddalena, guarita dalla misericordia di Dio
Il Papa si sofferma, poi, sulla figura di Maria Maddalena, guarita dalla misericordia di Dio: “La misericordia cambia il cuore - sottolinea - e, a Maria Maddalena, la misericordia l’ha riportata nei sogni di Dio e ha dato nuove mete al suo cammino”. Soprattutto, evidenzia ancora il Pontefice, la Maddalena è colei che si volta: non guarda al sepolcro vuoto, ma verso il Risorto. E si volta ancora, quando sente pronunciare il suo nome:
È così che cresce la sua speranza: ora vede il sepolcro, ma non più come prima. Può asciugare le sue lacrime, perché ha ascoltato il proprio nome: solo il suo Maestro lo pronuncia così. Il mondo vecchio sembra ci sia ancora, ma non c’è più.
Deporre l'orgoglio che impedisce di riconoscere Gesù
Da Maria Maddalena, dunque, “l’apostola degli apostoli”, possiamo imparare la speranza, quella che porta “in un mondo nuovo” attraverso una conversione costante. Di qui, la domanda che Papa Francesco rivolge a ciascun fedele:
Chiediamoci oggi: io so voltarmi a guardare le cose diversamente, con uno sguardo diverso? Ho il desiderio di conversione? Un io troppo sicuro, un io troppo orgoglioso ci impedisce di riconoscere Gesù Risorto: anche oggi, infatti, il suo aspetto è quello di persone comuni che rimangono facilmente alle nostre spalle. Persino quando piangiamo e ci disperiamo, lo lasciamo alle spalle. Invece di guardare nel buio del passato, nel vuoto di un sepolcro, da Maria Maddalena impariamo a voltarci verso la vita. Lì il nostro Maestro ci attende. Lì il nostro nome è pronunciato.
Nella vita reale, c’è sempre posto per tutti, c’è sempre una missione per tutti, quella che ci è data dal Signore. E questo pensiero, conclude il Pontefice, ci aiuta a vivere la vita con coraggio.
I saluti ai fedeli presenti
Nei saluti ai due gruppi di pellegrini presenti, Francesco ricorda, in primo luogo, la visita compiuta a Caserta il 26 luglio 2014:
Il ricordo di quell’evento, carico di significato ecclesiale e spirituale, ravvivi in ciascuno la volontà di approfondire la vita di fede e di essere sempre testimoni di speranza e operatori di pace.
Ai fedeli di Sulmona-Valva, invece, il Papa rivolge l’incoraggiamento a comprendere e accogliere sempre più l’amore di Dio, "sorgente e motivo della nostra vera gioia". Infine, ai seminaristi di Bergamo, anch’essi presenti nella basilica di san Pietro, va l’esortazione a “porre sempre Gesù al centro della vita”.
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