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Papa Francesco e il presidente italiano Sergio Mattarella (foto d'archivio) Papa Francesco e il presidente italiano Sergio Mattarella (foto d'archivio)

Mattarella al Papa: dodici anni al servizio non solo della Chiesa, ma dell'umanità tutta

Messaggio del presidente della Repubblica italiana a Francesco in occasione del dodicesimo anniversario di inizio pontificato: “Mentre a livello internazionale sembrano affievolirsi le ragioni del Diritto e di una corretta articolazione della convivenza tra gli Stati, la sua voce è e resta più che mai necessaria”

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Gratitudine, da parte di tutto il popolo italiano, “affettuosa” vicinanza, auguri di “pronto ristabilimento”. Sono i sentimenti che il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, esprime in un messaggio indirizzato a Papa Francesco in occasione del dodicesimo anniversario di inizio pontificato. Al Papa, ricoverato al Policlinico Gemelli dal 14 febbraio, Mattarella assicura la riconoscenza “per questi dodici anni nei quali ha offerto la più autentica testimonianza dei valori evangelici, in un servizio costante non soltanto alla Chiesa cattolica ma all’Umanità tutta”.

“Di questo afflato la lettera enciclica Dilexit nos offre un esempio luminoso – si legge nel messaggio diffuso dal Quirinale -, con l’invito a ogni donna e ogni uomo e di buona volontà a varcare i confini del personale tornaconto e a riconoscersi legati agli altri da quel vincolo di umana fratellanza che prescinde da considerazioni di prossimità geografica o di affinità culturale”.

Voce più che mai necessaria

A tale riguardo, il presidente richiama “gli spunti inediti di riflessione” che l’“alto” magistero di Francesco ha posto al centro del dibattito negli importanti consessi multilaterali: la Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il G7 presieduto dall’Italia, al G20. In tutte queste occasioni, il Papa – scrive Sergio Mattarella – “ha portato un vibrante richiamo alla riscoperta della speranza, all’accantonamento di logiche di forza e di prevaricazione, a quelle istanze di rinnovamento dischiuse da un uso etico delle nuove tecnologie”.

“Mentre al livello internazionale sembrano affievolirsi le ragioni del Diritto e di una corretta articolazione della convivenza tra gli Stati, la sua voce è e resta più che mai necessaria”, afferma ancora il capo dello Stato.

Il Giubileo e le prossime canonizzazioni di Acutis e Frassati

Nel messaggio anche il ricordo dell’apertura della Porta Santa presso il carcere romano di Rebibbia all’inizio dell’anno giubilare (26 dicembre 2024), nonché la decisione di elevare nei prossimi mesi agli onori degli altari Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, “figure molto amate, anche dalle giovani generazioni”. Queste decisioni del Pontefice “ispirano nei miei concittadini viva gratitudine nei confronti del Vescovo di Roma, di cui tutti avvertiamo la particolare sollecitudine per l’Italia”.

Da qui, “sinceri auguri di ogni benessere nella prosecuzione del Pontificato”, insieme agli auguri “vieppiù sentiti” di pronta guarigione.

 

 

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