Omelia alla Messa di canonizzazione del 15 maggio
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Sul sagrato della Basilica vaticana Papa Francesco presiede la Messa con il rito della canonizzazione di dieci santi tra i quali c’è anche Charles de Foucauld. Sono presenti circa 50 mila fedeli. Le immagini dei nuovi santi campeggiano sulla facciata della Basilica. Nell’omelia il Papa afferma che nella vita cristiana tutto parte dal sentirsi amati da Dio. E’ l’amore di Dio per noi che ci fa capaci di amare gli altri e dice che questo trasforma l’idea che spesso abbiamo della santità:" A volte - afferma - insistendo troppo sul nostro sforzo di compiere opere buone, abbiamo generato un ideale di santità troppo fondato su di noi, sull’eroismo personale (...). Così abbiamo fatto della santità una meta impervia, l’abbiamo separata dalla vita di tutti i giorni invece che cercarla e abbracciarla nella quotidianità, nella polvere della strada, nei travagli della vita concreta".
Papa Francesco prosegue spiegando che amare significa servire e donare se stessi lì dove siamo. Così hanno fatto i nuovi santi: hanno vissuto con gioia la loro vocazione. Possiamo provarci anche noi, non occorrono gesti eroici, ma gesti di amore quotidiano. "Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato o sposata? Sii santo e santa amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie. Sei un lavoratore, una donna lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali". Questa è la strada della santità, conclude il Papa.