Discorso all'Incontro di preghiera per la pace della Comunità di Sant'Egidio
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Francesco interviene alla serata conclusiva dell’Incontro di preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali promosso dalla Comunità di Sant'Egidio e nel suo discorso ribadisce: nessuno “usi il nome di Dio per benedire la violenza”. Che la ricerca della pace sia al centro del nostro agire. "Quest’anno - sottolinea - la nostra preghiera è diventata un “grido”, perché oggi la pace è gravemente violata, ferita, calpestata: e questo in Europa, cioè nel continente che nel secolo scorso ha vissuto le tragedie delle due guerre mondiali".
Quella della pace, afferma il Papa, è un’invocazione che “non può essere soppressa” perchè "sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti" e merita di essere ascoltato da parte di tutti "a partire dai governanti con serietà e rispetto".
La guerra è sempre un fallimento, prosegue Francesco, è la “madre di tutte le povertà. Se i potenti della terra non danno ascolto alle aspirazioni dei loro popoli, non muta il disegno di pace di Dio per l’umanità che sta a noi accogliere. E conclude:
"Per favore, rimettiamo la pace al cuore della visione del futuro, come obiettivo centrale del nostro agire personale, sociale e politico, a tutti i livelli. Disinneschiamo i conflitti con l’arma del dialogo".