Udienza pellegrini diocesi di Asti
Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
Questa mattina, il Papa ha incontrato quattrocento pellegrini della diocesi di Asti, con il vescovo Marco Prastaro, venuti a ringraziarlo per la visita del 19 e 20 novembre scorsi, e sottolineato la “rivoluzione” della famiglia portata da Cristo, nella quale il legame più importante è il suo amore, animato da “gratitudine, riconoscenza, e servizio”. Francesco ha ricordato la giornata e mezza passata ad Asti, in Piemonte, per incontrare i parenti della famiglia del padre, come un’esperienza di “consolazione”, ma anche di “grande calore umano” e di “famiglia in senso ampio”: le radici paterne ma anche la famiglia della Chiesa. E ha preso spunto da questo per ribadire che ciò che unisce la nuova famiglia portata da Gesù non è più il sangue, ma l’amore di Cristo.
E questa nuova famiglia di Gesù, mentre dà un senso nuovo alle relazioni familiari – tra i coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli –, nello stesso tempo fa “lievitare” anche la vita della comunità ecclesiale e di quella civile. Ad esempio, fa crescere la gratuità, il rispetto, l’accoglienza, e altri valori umani.
Il Pontefice ha poi ricordato che ad Asti il nuovo ambulatorio per gli ultimi si chiamerà “Fratelli tutti”, e che lì la famiglia sarà formata dai pazienti e da medici, infermiere e volontari
E così nella città, nei paesi, nelle parrocchie, la parola “fraternità” non è solo un bel modo di dire, un ideale per sognatori, ma ha un fondamento, Gesù Cristo, che ci ha resi tutti fratelli e sorelle, e ha una strada, il Vangelo, cioè la via per camminare nell’amore, nel servizio, nel perdono, nel portare i pesi gli uni degli altri.