Papa Francesco in Mozambico: visita all'ospedale di Zimpeto
Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
Papa Francesco a Zimpeto, periferia di Maputo, inizia il suo terzo giorno in Mozambico guardando negli occhi e abbracciando con il cuore gli oltre duemila malati in cura nell’ospedale aperto nel giugno 2018 dalla Comunità di Sant’Egidio, che qui, come in altri dieci Paesi africani, ha avviato nel 2002 un centro “Dream” che ha assistito migliaia di donne malate di Aids e i loro bambini. Cacilda Massango è una di loro, ma oggi coordina il progetto “Dream” in Mozambico, e saluta il Papa ricordando che da “giovane donna sofferente, emarginata e giudicata da tutti, attraverso Dream ho conosciuto una nuova famiglia che, oltre a curarmi, mi ha dato dignità e un futuro per i miei figli”. Poi un malato dona a Francesco una croce pastorale fatta con il legno recuperato tra le macerie causate a marzo di quest’anno dal ciclone Idai a Beira.
Tutto questo fa venire in mente al Papa la parabola del Buon Samaritano: “Questo Centro – spiega - ci mostra che c'è stato chi si è fermato e ha sentito compassione, chi non ha ceduto alla tentazione di dire ‘non c’è niente da fare’ ‘è impossibile combattere questa piaga’ e si è dato da fare con coraggio per cercare delle soluzioni”.
Il Pontefice sottolinea quindi che “L’impegno gratuito e volontario di tante persone di diverse professioni che hanno fornito la loro preziosa collaborazione per formare operatori locali, contiene in sé stesso un enorme valore umano ed evangelico”. Prima di lasciare l'ospedale per raggiungere il vicino stadio di Zimpeto per la Messa, il Papa incontra 20 malati e visita in forma privata due dei reparti.