Messa a Nur-Sultan (Kazakhastan) del 14 settembre
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Alla Messa nella festa dell’Esaltazione della Croce sono presenti i cattolici kazaki e di varie altre parti dell'Asia. Le letture presentano una doppia immagine: i serpenti che nel deserto mordono gli israeliti, stanchi e sfiduciati, che solo guardando il serpente di bronzo innalzato da Mosè possono salvarsi, e quella di Gesù che sulla Croce diventa salvezza per tutti.
Il Papa osserva che in questa terra non sono mancati i morsi velenosi e che i serpenti sono sempre in agguato: "La pace non è mai guadagnata una volta per tutte - afferma Francesco - , va conquistata ogni giorno, così come la convivenza tra etnie e tradizioni religiose diverse, lo sviluppo integrale, la giustizia sociale. E perché il Kazakhstan cresca ancora di più “nella fraternità, nel dialogo e nella comprensione […] c’è bisogno dell’impegno di tutti. Prima ancora, c’è bisogno di un rinnovato atto di fede verso il Signore".
Gesù si è “fatto peccato” per noi, “si è fatto serpente”, afferma il Papa e la nostra salvezza sta nel guardare a lui: “dalla Croce di Cristo, afferma, impariamo l’amore, non l’odio; il perdono, non la vendetta”. "Le braccia allargate di Gesù sono l’abbraccio di tenerezza con cui Dio vuole accoglierci. E ci mostrano la fraternità che siamo chiamati a vivere tra di noi e con tutti".