Angelus del 10 luglio 2022
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Al centro della riflessione del Papa oggi all'Angelus è la parabola del buon Samaritano. Afferma che il cristiano deve sentirsi in viaggio come quell'uomo, che deve guardare alla meta ponendo attenzione al cammino che sta compiendo e a chi incontra sulla strada. Afferma: "È significativo che i primi cristiani furono chiamati 'discepoli della Via' cioè del cammino. Il credente infatti somiglia molto al Samaritano: come lui è in viaggio, è un viandante. Sa di non essere una persona 'arrivata', ma vuole imparare ogni giorno, mettendosi al seguito del Signore Gesù, che disse: 'Io sono la via, la verità e la vita'.
Seguendo Gesù il discepolo cambia e assomiglia sempre di più al suo Maestro. Anzitutto vede: "apre gli occhi sulla realtà, non è egoisticamente chiuso nel giro dei propri pensieri". Impara poi ad avere compassione degli altri e ad agire come quel Samaritano. Invece di colpevolizzare chi tira dritto o di colpevolizzarsi per le proprie disattenzioni il Papa suggerisce di chiedere al Signore "di vedere e avere compassione". "Questa è una grazia - prosegue - dobbiamo chiedere al Signore: "che io veda, che io abbia compassione come tu vedi me e tu hai compassione di me, questa è la preghiera che oggi suggerisco a voi, che abbiamo compassione di coloro che incontriamo lungo il cammino, soprattutto di chi soffre ed è nel bisogno, per avvicinarci e fare quello che possiamo per dare una mano".