Ep. 33 - Carta d'imbarco - Singapore - 12 settembre 2024
"Sono stato in 4 Paesi, anzi, in 4 pianeti differenti, in 4 universi paralleli. Ancora non è finita qui a Singapore: due appuntamenti aspettano domani il Papa prima della partenza per Roma con la visita in una casa per anziani e malati e l’incontro interreligioso con i giovani. Però, di fatto, questo è l’ultimo giorno di viaggio. E allora mentre preparo la valigia e metto in ordine le ultime cose, mi domando cosa porto a casa oltre a qualche borsa in paglia della Papua Nuova Guinea, una sciarpa colorata dell’Indonesia e alcuni pensierini per i bambini da Timor-Leste. Mi porto un cellulare che reclama pace tanto dalle immagini e dai video che ho salvato. Sì, sono proprio le immagini il mio bagaglio per Roma, salvate però nella gallery della mente e nel cuore". Racconta così Salvatore Cernuzio gli ultimi scampoli del 45.mo viaggio apostolico di Papa Francesco, "un sogno messo nel cassetto dal 2020 a causa della pandemia e ora realizzato".
Nella Messa celebrata nello SportHub dello stadio nazionale di Singapore non ci sono problemi tecnici, nessun eccesso o sbavature. Francesco saluta i bambini, "elargendo caramelle e rosari, concedendosi a selfie o firmando la pergamena di benedizione a una coppia di sposi". "Una nota di colore, di colore giallo - aggiunge Salvatore Cernuzio - come le t-shirt dei 50 mila fedeli presenti con la scritta Unity and Hope, nel grigio delle lamiere di grattacieli avveniristici che come ha detto il Papa stesso, stamattina durante il sobrio incontro con le autorità, sono quasi una foresta".
Poi il ricordo delle principali tappe del viaggio apostolico: Jakarta con "il suo odore dolciastro, il fumo e il fiume usato come fogna, il canto del muezzin, lo skyline e le baracche di legno coi panni appesi"; la Papua Nuova Guinea con "il rullare dei kundu, i tamburi tribali che hanno accolto Francesco ad ogni evento, le grida dei bambini" e poi l’immagine che più mi apre il cuore è il volto del Papa. "Quegli occhi luccicanti, quel sorriso stampato fisso ogni volta che è sceso dall’aereo, quell’occhio destro socchiuso per lo sforzo di salire in papamobile o la bocca semi aperta che canta il Salve Regina davanti a tutte le statue delle Madonne che hanno vegliato sulle 4 messe che ha celebrato".
"A 87 anni, verso gli 88, con un Giubileo e un Sinodo alle porte, è andato a Jakarta a rilanciare la necessità del dialogo, è andato a Port Moresby e su un aereo militare a Vanimo e Baro ad abbracciare l’amico Martin e portare ai bambini una tonnellata di giochi, vestiti e medicine, è andato a Dili a prendersi fiori, lacrime, applausi di gente arrampicata pure sugli alberi per vederlo e l’abbraccio di 650 mila persone dall’alba in una spianata dall’atmosfera surreale. È andato a Singapore, tra grattacieli avveniristici e giochi di luce, la pioggia e l’umidità, a rilanciare il messaggio della dignità umana in uno dei Paesi più ricchi della Terra. Ce l’ha fatta, ne aveva bisogno. Ne sarà sicuramente orgoglioso e noi insieme a lui".