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Centro di fisiopatologia delle shock del Gemelli compie 50 anni - 2 aprile, Giornata Autismo

 

Il Centro di Fisiopatologia dello Shock della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha festeggiato i 50 anni dalla sua nascita, creato nel 1969 dal professor Giancarlo Castiglioni. Quali sono gli obiettivi che il Centro si prefiggeva all’epoca e che continuano oggi a rappresentarne la missione? Ne parla il professor Gabriele Sganga, attuale Direttore della Divisione Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. “Lo shock è una condizione molto seria, molto grave, che riguarda qualunque paziente, talvolta può avvenire anche a casa. Ma riguarda particolarmente, soprattutto nella forma dell’emorragia, quindi, lo shock emorragico, e nell’infezione, la sepsi, quindi lo shock settico, riguarda molto il paziente chirurgico. Il professor Castiglioni – prosegue il professor Sganga – all’epoca, è stato proprio un pioniere nel riconoscere che spesso questa condizione fisiopatologica, queste modificazioni che subisce, questa ipotensione, prima veniva riconosciuta, prima poteva essere guarita. Altrimenti, la mortalità sarebbe stata molto elevata. Quindi, ha voluto che alcuni suoi ricercatori, insieme a dei ricercatori del Cnr di allora si occupassero di questa condizione che negli ospedali, nei reparti creava molte vittime. Vengono riconosciute una serie di modificazioni, della pressione, del cuore, dei polmoni, del respiro, delle alterazioni, addirittura, metaboliche, che precedono, in qualche modo, l’evidenza clinica, i sintomi clinici”

 

In occasione della Giornata mondiale dedicata alla consapevolezza dell'autismo, svoltasi il 2 aprile, il professor Stefano Vicari, responsabile di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ci aiuta a comprendere questa condizione.

 

 

 

 

Il Centro di Fisiopatologia dello Shock della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha festeggiato i 50 anni dalla sua nascita, creato nel 1969 dal professor Giancarlo Castiglioni. Quali sono gli obiettivi che il Centro si prefiggeva all’epoca e che continuano oggi a rappresentarne la missione? Ne parla il professor Gabriele Sganga, attuale Direttore della Divisione Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. “Lo shock è una condizione molto seria, molto grave, che riguarda qualunque paziente, talvolta può avvenire anche a casa. Ma riguarda particolarmente, soprattutto nella forma dell’emorragia, quindi, lo shock emorragico, e nell’infezione, la sepsi, quindi lo shock settico, riguarda molto il paziente chirurgico. Il professor Castiglioni – prosegue il professor Sganga – all’epoca, è stato proprio un pioniere nel riconoscere che spesso questa condizione fisiopatologica, queste modificazioni che subisce, questa ipotensione, prima veniva riconosciuta, prima poteva essere guarita. Altrimenti, la mortalità sarebbe stata molto elevata. Quindi, ha voluto che alcuni suoi ricercatori, insieme a dei ricercatori del Cnr di allora si occupassero di questa condizione che negli ospedali, nei reparti creava molte vittime. Vengono riconosciute una serie di modificazioni, della pressione, del cuore, dei polmoni, del respiro, delle alterazioni, addirittura, metaboliche, che precedono, in qualche modo, l’evidenza clinica, i sintomi clinici” 

Il Centro di Fisiopatologia dello Shock della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha festeggiato i 50 anni dalla sua nascita, creato nel 1969 dal professor Giancarlo Castiglioni. Quali sono gli obiettivi che il Centro si prefiggeva all’epoca e che continuano oggi a rappresentarne la missione? Ne parla il professor Gabriele Sganga, attuale Direttore della Divisione Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. “Lo shock è una condizione molto seria, molto grave, che riguarda qualunque paziente, talvolta può avvenire anche a casa. Ma riguarda particolarmente, soprattutto nella forma dell’emorragia, quindi, lo shock emorragico, e nell’infezione, la sepsi, quindi lo shock settico, riguarda molto il paziente chirurgico. Il professor Castiglioni – prosegue il professor Sganga – all’epoca, è stato proprio un pioniere nel riconoscere che spesso questa condizione fisiopatologica, queste modificazioni che subisce, questa ipotensione, prima veniva riconosciuta, prima poteva essere guarita. Altrimenti, la mortalità sarebbe stata molto elevata. Quindi, ha voluto che alcuni suoi ricercatori, insieme a dei ricercatori del Cnr di allora si occupassero di questa condizione che negli ospedali, nei reparti creava molte vittime. Vengono riconosciute una serie di modificazioni, della pressione, del cuore, dei polmoni, del respiro, delle alterazioni, addirittura, metaboliche, che precedono, in qualche modo, l’evidenza clinica, i sintomi clinici” 

Il Centro di Fisiopatologia dello Shock della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha festeggiato i 50 anni dalla sua nascita, creato nel 1969 dal professor Giancarlo Castiglioni. Quali sono gli obiettivi che il Centro si prefiggeva all’epoca e che continuano oggi a rappresentarne la missione? Ne parla il professor Gabriele Sganga, attuale Direttore della Divisione Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. “Lo shock è una condizione molto seria, molto grave, che riguarda qualunque paziente, talvolta può avvenire anche a casa. Ma riguarda particolarmente, soprattutto nella forma dell’emorragia, quindi, lo shock emorragico, e nell’infezione, la sepsi, quindi lo shock settico, riguarda molto il paziente chirurgico. Il professor Castiglioni – prosegue il professor Sganga – all’epoca, è stato proprio un pioniere nel riconoscere che spesso questa condizione fisiopatologica, queste modificazioni che subisce, questa ipotensione, prima veniva riconosciuta, prima poteva essere guarita. Altrimenti, la mortalità sarebbe stata molto elevata. Quindi, ha voluto che alcuni suoi ricercatori, insieme a dei ricercatori del Cnr di allora si occupassero di questa condizione che negli ospedali, nei reparti creava molte vittime. Vengono riconosciute una serie di modificazioni, della pressione, del cuore, dei polmoni, del respiro, delle alterazioni, addirittura, metaboliche, che precedono, in qualche modo, l’evidenza clinica, i sintomi clinici” 

Il Centro di Fisiopatologia dello Shock della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha festeggiato i 50 anni dalla sua nascita, creato nel 1969 dal professor Giancarlo Castiglioni. Quali sono gli obiettivi che il Centro si prefiggeva all’epoca e che continuano oggi a rappresentarne la missione? Ne parla il professor Gabriele Sganga, attuale Direttore della Divisione Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. “Lo shock è una condizione molto seria, molto grave, che riguarda qualunque paziente, talvolta può avvenire anche a casa. Ma riguarda particolarmente, soprattutto nella forma dell’emorragia, quindi, lo shock emorragico, e nell’infezione, la sepsi, quindi lo shock settico, riguarda molto il paziente chirurgico. Il professor Castiglioni – prosegue il professor Sganga – all’epoca, è stato proprio un pioniere nel riconoscere che spesso questa condizione fisiopatologica, queste modificazioni che subisce, questa ipotensione, prima veniva riconosciuta, prima poteva essere guarita. Altrimenti, la mortalità sarebbe stata molto elevata. Quindi, ha voluto che alcuni suoi ricercatori, insieme a dei ricercatori del Cnr di allora si occupassero di questa condizione che negli ospedali, nei reparti creava molte vittime. Vengono riconosciute una serie di modificazioni, della pressione, del cuore, dei polmoni, del respiro, delle alterazioni, addirittura, metaboliche, che precedono, in qualche modo, l’evidenza clinica, i sintomi clinici” 

Il Centro di Fisiopatologia dello Shock della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha festeggiato i 50 anni dalla sua nascita, creato nel 1969 dal professor Giancarlo Castiglioni. Quali sono gli obiettivi che il Centro si prefiggeva all’epoca e che continuano oggi a rappresentarne la missione? Ne parla il professor Gabriele Sganga, attuale Direttore della Divisione Chirurgia d’Urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. “Lo shock è una condizione molto seria, molto grave, che riguarda qualunque paziente, talvolta può avvenire anche a casa. Ma riguarda particolarmente, soprattutto nella forma dell’emorragia, quindi, lo shock emorragico, e nell’infezione, la sepsi, quindi lo shock settico, riguarda molto il paziente chirurgico. Il professor Castiglioni – prosegue il professor Sganga – all’epoca, è stato proprio un pioniere nel riconoscere che spesso questa condizione fisiopatologica, queste modificazioni che subisce, questa ipotensione, prima veniva riconosciuta, prima poteva essere guarita. Altrimenti, la mortalità sarebbe stata molto elevata. Quindi, ha voluto che alcuni suoi ricercatori, insieme a dei ricercatori del Cnr di allora si occupassero di questa condizione che negli ospedali, nei reparti creava molte vittime. Vengono riconosciute una serie di modificazioni, della pressione, del cuore, dei polmoni, del respiro, delle alterazioni, addirittura, metaboliche, che precedono, in qualche modo, l’evidenza clinica, i sintomi clinici”

04 aprile 2019