Scompenso cardiaco. Monitorato da microchip wireless
E’ stato impiantato un microchip wireless (il V-Lap della Vectorious) nel cuore di un paziente ultrasettantenne con scompenso cardiaco. Serve a monitorare h24 l’attività del cuore, in modo da intervenire repentinamente. Sopra i 65 anni, il 10% delle persone, in Italia, soffre di scompenso cardiaco e, sempre dopo i 65, è la causa in assoluto più frequente di ospedalizzazione. “Quando il cuore non ce la fa più si arriva allo scompenso cardiaco, quindi, una malattia cronica, e lo scompenso cardiaco – spiega il professore Filippo Crea, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e toraciche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e ordinario di cardiologia della Cattolica – ha la caratteristica di ‘scompensarsi’. Si raggiunge un certo equilibrio con una buona terapia, però, purtroppo, questo equilibrio è fragile. E quando si rompe, il paziente ha sintomi ed è costretto a ricoverarsi. Allora, se noi riuscissimo ad intercettare queste fasi di peggioramento, potremmo giocare d’anticipo e, quindi, aggiornare le terapie evitando che il paziente sviluppi quei sintomi che lo costringono al ricovero. Ora, con questo microcomputer che abbiamo impiantato nel cuore – prosegue il professor Crea – speriamo di avere informazioni che ci consentano di intercettare il peggioramento dello scompenso cardiaco prima che dia sintomi e costringa il paziente a ricoverarsi. Le caratteristiche innovative di questo microcomputer sono, ovviamente, la miniaturizzazione, quindi, la possibilità di lasciarlo permanentemente nel cuore senza che interferisca minimamente con l’attività cardiaca. E anche l’impianto di questo microcomputer è abbastanza semplice. Non è necessaria la chirurgia, non è necessario aprire il torace, aprire il cuore, ma si inserisce attraverso una vena e, quindi, una semplice puntura che si può fare in anestesia locale”.
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(Eliana Astorri)