Trauma, l’epidemia negletta dell’età moderna – Record di trapianti al Bambino Gesù
La gestione dell’emergenza-urgenza è stato il tema del Convegno “Trauma Oggi”, che si è svolto al Gemelli, nel corso del quale sono stati anche testati nuovi strumenti di soccorso. “Nel 2018, i traumi della strada sono stati 175mila, e qualcosa di più addirittura, e di questi, i morti entro i 30 giorni sono stati quasi 3400” – dichiara il professor Gabriele Sganga, direttore della Divisione di chirurgia d’Urgenza del Policlinico Universitario e docente di Clinica Chirurgica all’Università Cattolica. “I feriti sono stati 250mila. E’ un politrauma. O quanto meno il medico deve assicurarsi che nessun organo sia stato interessato. Il 77% riguarda l’ortopedia, la grande fetta è rappresentata proprio dalle lesioni all’apparato locomotore; dopo di che c’è circa un 70% che interessa congiuntamente o separatamente i traumi dell’addome e del torace e un 35/40% rappresenta le lesioni del cranio. Quello che è importante notare è che spesso ‘politrauma’, tutte queste lesioni possono avvenire nello stesso momento, quindi, l’approccio iniziale, intanto è un approccio rianimatorio, cercare di ristabilire i segni vitali del paziente qualora questi fossero compromessi dopo di che un immediato apparato diagnostico deve escludere queste patologie. Bisogna considerare – prosegue il professor Sganga, ricordando la definizione di trauma come una ‘epidemia negletta dell’età moderna’ - che spesso questi pazienti arrivano, purtroppo, in uno stato confusionale o addirittura di coma, quindi, non sono in grado di riferirci né cosa è accaduto (lo rilevano gli infermieri del 118 sulla scena dell’incidente), né sono in grado dirci cosa fa loro male. Il medico deve escludere che non ci siano lesioni in altri organi, in altri apparati”. Il trauma è ancora rappresentato da un numero crescente di vittime molto spesso giovani e mantiene ancora livelli di mortalità e disabilità inaccettabili. Oltre il trauma da strada, un considerevole numero di casi è rappresentato anche dagli incidenti domestici e gli infortuni sul lavoro.
Record di trapianti all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che, questo mese, ha raggiunto i 1002 trapianti di organi solidi, con una continua crescita della percentuale di sopravvivenza dei pazienti trapiantati, grazie ai progressi della medicina e le tecniche sempre più sofisticate. Un campo, quello della trapiantologia, che più di ogni altro, ha bisogno di un approccio multidisciplinare in cui medici, paramedici e molte altre figure professionali concorrono all’effettuazione dell’intervento, ma anche al percorso che ne segue. Ruolo fondamentale è rivestito dalle persone che donano i propri organi da vivente come fegato e rene, e quelle che decidono donare gli organi di un proprio caro deceduto, bambino o ragazzo, per salvare altre vite, come spiega il dottor Luca Dello Strologo, responsabile dell’Unità di Clinica del Trapianto Renale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.