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2024.12.10 Seconda copertina per podcast GIUBICHE

Ep. 2 - La speranza? È la pace

“Possa il Giubileo essere per tutti un'occasione per rianimare la speranza”. Papa Francesco lo scrive nella Bolla d'Indizione dell'Anno santo del 2025 che ha come tema proprio la seconda virtù teologale. Le voci raccolte per il nostro podcast, tra turisti e cittadini intorno a San Pietro, considerano la speranza oggi soprattutto come desiderio di pace, visti i numerosi conflitti che imperversano nel mondo. Ma c'è chi spera in un cambiamento nel cuore di uomini e donne e chi in una maggiore sensibilità nei confronti del creato.

“L'umanità oggi è consapevole che ciò che manca maggiormente è la pace. Ecco perché quasi tutti hanno fatto coincidere la loro speranza con la fine delle guerre. Forse dobbiamo cominciare tutti quanti, nel nostro piccolo, a essere testimoni e portatori di una pace che viviamo dentro”: sottolinea don Alfio Tirrò, parroco della chiesa di Santa Silvia a Roma. “Mai come oggi la consapevolezza della sofferenza e del male è così diffusa sul nostro pianeta”, aggiunge. “E le persone sperano ciò che non hanno”.

Monica Pennetta, insegnante di religione e una delle fondatrici di Cattonerd, spiega (a proposito della speranza di riuscire nella vita) che la sua generazione ha puntato molto sul successo personale. “Ma - afferma - c’è il rischio di anestetizzarsi, avere tutto non è necessariamente un bene, c’è il pericolo che gli uomini e le donne di oggi non riescano a mettersi in contatto con ciò che veramente vogliono, perché in fondo la speranza è desiderio di felicità”.

"Nei social c’è la speranza?" Secondo Tommaso Cardinale, amministratore della community @lacchiesa, sui media digitali c’è continuità tra vita reale e virtuale e quindi se si trova la tristezza si trova anche la speranza. “Certo, non sono le belle notizie che fanno più rumore e diventano virali. Ma ci sono delle oasi virtuose - aggiunge - pensiamo anche banalmente ad alcune storie positive sui gruppi di quartiere, che funzionano benissimo ancora su Facebook”.

Anche suor Alice Callegari, Figlia della Chiesa, è una religiosa seguita sui social. “Molti mi chiedono di pregare, di avere quello sguardo di speranza sulle loro situazioni che magari loro in quel momento non riescono ad avere. Quindi penso che anche i social siano proprio un luogo dove essere contagiosi nella speranza”.

Ma in questo episodio, oltre che di speranza si parla anche di un’altra parola chiave di questo come di tutti i giubilei: il perdono. Per i bambini del catechismo intervistati, anche se è spesso difficile, il perdono va concesso. Perlomeno “fino a cinque volte di seguito, ma poi basta!”.

17 dicembre 2024