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Esplosione a Beirut: nella catastrofe politica del Libano, la speranza del popolo libanese per un Paese migliore - 06.08.2020

La capitale libanese devastata da 2.750 tonnellate di nitrato sequestrato da una nave nel 2014 e incustodito. I morti sono saliti a 135, 5.000 i feriti. La preghiera del Papa e la vicinanza della Chiesa italiana. "Abbiamo detto ai nostri volontari, spiega padre Abdo Raad, sacerdote della docesi di Sidone in Libano, di stare attenti. Mentre siete per strada a soccorrere la gente, a rimuovere e ricomporre i corpi devastati dall'esplosione, non dimenticare che c'è anche il Covid. Siamo dentro ad una catastrofe".  "Non sappiamo se sia stato un bombardamento o una esplosione di materiale esplosivo. In Libano ci sono state tante esplosioni e anche tantissime vittime, da anni anni. Non sappiamo gli autori di tutto ciò a causa di una politica confusa, segreta". "Questo sembra un materiale esplosivo messo lì da anni, scaricato da una nave che stava per affondare.  Ma la responsabilità è dei nostri governatori che da decenni dominano il Paese. Non sapevano che c'era questo materiale. Non avevano idea della pericolosità di questo materiale nella zona industriale del porto?". "Intanto, cresce la rabbia degli abitanti contro lo Stato libanese, in quella che viene vista come l'ennesima, tragica, dimostrazione di un governo corrotto e inefficiente. Qualche funzionario in giro a valutare i danni c'è, ma i giovani sono molti di piu, organizzati in piccoli gruppi per liberare le strade da detriti e vetri rotti, ma anche impegnati a sostegno di anziani e disabili che hanno avuto le case danneggiate. Si sono moltiplicate le offerte per ospitare famiglie di Beirut e il Patriarcato maronita ha annunciato l'apertura dei suoi monasteri e scuole religiose come rifugi. Sono stati allestiti tavoli con cibo e bottiglie d'acqua donate e imprese si sono offerte di sistemare i danni a porte e finestre a prezzi scontati e addirittura gratis". Nel mondo la diaspora libanese, quasi tre volte il numero di abitanti del Paese dei Cedri, si è attivata per inviare aiuti e fornire assistenza a chi è rimasto ferito o ha perso la casa". "Noi, prosegue padre Raad, cerchiamo di fare una raccolta fondi con associazioni, con amici come l'associazione "Mameli 7 Onlus" di Roma. I nostri volontari sono per strada per dare una bottiglia di acqua a un ferito. I 5 ospedali sono fuori uso ed i feriti sono in fila davanti all'ospedale; una cosa veramente terribile. Allora noi cerchiamo di essere, nonostante tutto, un po' coraggiosi". "Le parole del Santo Padre sono parole di speranza, di coraggio, di cui abbiamo bisogno. Non sappiamo dove andiamo comunque la speranza resta per noi l'ultima parola".

Con noi: 

padre Abdo Raad, sacerdote libanese della diocesi di Sidone; 

Alfonso Fabio Larena, presidente associazione culturale "Mameli 7 Onlus"

Conduce: Luca Collodi

 

 

06 agosto 2020