Crisi economica: nuovo appello delle Misericordie d'Italia alle Istituzioni - Il declino della famiglia aumenta la solitudine dei giovani - 02.08.2022
L'attuale crisi internazionale colpisce l'economia e il sociale di molti Paesi, tra cui l'Italia. "Credo che in questo momento così particolare non ci si possa dimenticare dei fragili e degli ultimi e soprattutto di chi si fa carico di queste persone che sono ormai tantissime nella nostra società". "Le Misericordie, afferma il presidente nazionale Domenico Giani, sono impegnate da otto secoli, ogni giorno, giorno dopo giorno, persona dopo persona, a servizio del prossimo. L’appello che faccio è anche un appello alle Istituzioni, alla politica. Penso a chi, per esempio, è stato eletto in Toscana dove le Misericordie sono nate e conosce bene la situazione: c’è una presenza capillare per il nostro Paese e trovo davvero imbarazzante il non rispondere agli appelli che vengono posti". "Con la crisi economica, infatti, le norme di sicurezza per il Covid, sono aumentati i costi di gestione a partire dal costo del carburante per le ambulanze. La richiesta, sottolinea ancora Giani a Radio Vaticana, è che le Istituzioni si facciano carico di questo problema e lo affrontino. Nel giorno della Solennità dell'Assunta, il presidente Giani, ringrazia tutti i volontari delle Misericordie d'Italia impegnate sul territorio al servizio delle persone e rilancia l'appello alle Istituzioni perchè "valorizzino il ruolo del volontariato" attraverso aiuti concreti al Terzo settore.
Presidente Giani, le Istituzioni valorizzano il vostro lavoro di volontariato ?
"Al di là di alcune esperienze più virtuose su base regionale (si pensi alla Lombardia o alla Toscana), non sempre i vari livelli di governo manifestano particolare riconoscimento per l’opera dei tantissimi volontari che animano ogni giorno le organizzazioni della solidarietà sociale, vera linfa vitale della nostra società. Anche nei più recenti provvedimenti del Governo, ad esempio, non emerge sempre in modo chiaro la volontà di fornire un aiuto concreto e sostanziale al volontariato, che rimane invece troppo spesso sullo sfondo. E ciò, si badi, anche nell’attuale clima pre-elettorale. Lo dico sempre in punta di piedi e lo dico da uomo delle istituzioni che ha dedicato la sua vita al servizio alla collettività, onorando il giuramento di fedeltà alla Repubblica che proclamai nell’ormai lontano 1981, ma trovo assordante e sconcertante il silenzio delle Istituzioni e della politica".
Cosa fare?
"È necessario che tutti gli enti costitutivi della Repubblica, a partire dallo Stato, dal Governo e in generale dal decisore politico, prendano un’effettiva coscienza del ruolo del volontariato attraverso aiuti concreti e risposte certe, in modo da far sì che possa continuare ad operare nella funzione sua propria di vicinanza alla persona. Rimettere al centro il volontariato con sussidi concreti ed effettivi significa infatti rimettere al centro la persona. Oltretutto, parlando dei giovani, in una formazione civica, andrebbe sempre più invogliata ed indirizzata un’attività di volontariato: formare le nuove generazioni passa anche dalla vicinanza alla prossimità ed ai bisogni dei fragili ed al servizio per la casa comune. Come dice sempre la nostra Carta costituzionale è la persona il fondamento della nostra società, oltre che del nostro ordinamento. È allora opportuno che gli enti pubblici prendano effettiva cognizione - ciascuno per la sua sfera di competenza - della centralità del volontariato, che, come ricordato dal Presidente Mattarella, è una “straordinaria energia civile” da non disperdere ma valorizzare; vorrei solo ricordare che in Italia sono circa 7 milioni le persone che si dedicano al volontariato di cui quasi 5 al volontariato attivo, e sulla base di alcune ricerche - giacché il capitale umano, sociale e valoriale del Terzo Settore è inestimabile e comunque di gran lunga superiore ai dati statistici - si può dire che il volontariato “vale” circa 80 miliardi l’anno, pari al 5% del PIL, in una meritoria supplenza di welfare sociale".
Il vostro problema è l’aumento del costi che incidono sul servizio…
"Infatti nell’attuale fase di crisi socio-economica con pesanti aumenti nei consumi di primaria importanza, ivi compresi i costi per il carburante, resta solo il volontariato a porre in essere interventi indispensabili per i più fragili attraverso un’opera incessante che si manifesta concretamente ogni giorno. Da ricordare che neppure il “decreto aiuti” è intervenuto incisivamente con riguardo, in specie, al sistema socio-sanitario. Il volontariato, e in particolare il nostro, si impegna fino all’ultimo per aiutare i bisognosi ma le pubbliche amministrazioni - come previsto anche dal Codice del Terzo settore - devono fare la loro parte gestendo in maniera concreta e fattiva le necessità emergenti. Si pensi, per esempio, allo strumento della convenzione (art. 56 del codice), in virtù del quale gli enti pubblici sono chiamati a instaurare un canale diretto con il volontariato per regolamentare l’erogazione di servizi di primaria importanza per la persona. Di questo devono farsi carico, tra l’altro, le Regioni, anche perché - oltre all’aspetto sanitario - c’è sempre quello umano che si sostanzia in una rinnovata cultura quale momento di integrazione sociale ed intergenerazionale di cruciale rilevanza per le comunità presenti nei diversi contesti territoriali del nostro Paese. Da qui nasce l’appello alle istituzioni ed ai suoi rappresentanti, specie in un periodo di rinnovo delle cariche politiche, che può significare una svolta sensibile nei rapporti umani e in genere nella dimensione sociale. Mi domando infatti – pensando al diritto-dovere che ogni cittadino ha nell’esercitare il proprio voto -, come si possa affidare il compito di rappresentarci in parlamento e poi, magari, essere membro del Governo, se queste persone si dimenticano davvero degli interessi primari delle fasce più deboli, dei fragili, dei soli, degli ultimi e di coloro che gratuitamente, con generosità, slancio ed entusiasmo se ne fanno quotidianamente carico".
La cronaca degli ultimi tempi ci parla della morte di molti giovani. Sulle strade, per lo sballo, per mancato rispetto delle regole sociali. "I giovani sono spesso al centro spesso della cronaca come vittime", spiega Stefano Callipo, presidente Osservatorio Violenza e Suicidi. "Ci chiediamo perchè avvengono così tanti episodi che coinvolgono i giovani. Incide il post Covid, su giovani che arrivano già da situazioni di fragilità. Studi convergono tutti sul fatto che mai come in questo periodi i giovani stiano sperimentando un disagio, un senso di solitudine, difficoltà, anche nel mantenere le amicize. Soffrono una socialità ridotta ma soprattutto l'incertezza per il futuro, con varie paure che facilitano un blocco emotivo". "Teniamo conto che la solitudine incide anche sul fenomeno della devianza minorile. Da un lato assistiamo a situazioni dove il giovane è più fragile e vittima di un sistema. Dall'altro assistiamo a picchi di devianza minorile che spesso sfocia nella criminalità". "Questo va letto come un grido di allarme da parte dei giovani che fanno fatica ad insersi nella sovietà e nel mondo degli adulti. Ma oggi la famiglia non è più in grado di trasmettere valori positivi e tolleranza verso gli altri. Assistiamo ad una difficoltà valoriale della famiglia che porta i ragazzi ad assorbire i loro valori attraverso i social. E' chiaro che questo rappresenta la crisi della famiglia. E contrapporre alternative valide ai modelli di vita espressi dai media è una difficoltà che i genitori non sono in grado di superare".
Con noi:
Domenico Giani, Presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia;
Stefano Callipo, psicologo e psicoterapeuta, Presidente Osservatorio Violenza e Suicidi;
conduce: Luca Collodi