Allarme da Caritas Roma: c'è un fiume di gente che non sa come campare
"La lista è molto lunga: le badanti, le colf, le persone che fanno assistenza ai disabili, gli addetti alle pulizie, i fruttivendoli, i venditori di rose nei ristoranti, i lavoratori a giornata, gli stagionali. Ancora chi lavorava nelle palestre, nelle piscine, nei centri estivi. Sono tutte persone che oggi, mentre inizia la Fase 2 della pandemia, non hanno nessuna garanzia o sostegno dallo Stato perché spesso prestavano il loro servizio senza contratto, in nero." L'allarme arriva da don Benoni Ambarus, direttore della Caritas diocesana di Roma. "C'è un vero e proprio fiume di persone che non sanno come campare e si allarga sempre più". "Proprio oggi ci ha chiamato una donna con tre figli piccoli che lavorava in nero e non potendo pagare l'affitto è stata messa per strada". "Il contagio della solidarietà regge ma va aumentato, perché solo a partire dagli ultimi ci salviamo"., spiega il direttore della Caritas di Roma.
"C'è una bellezza che riguarda le celebrazioni eucarstiche e va preservata soprattutto nelle Messe che vengono trasmesse on-line in questi giorni di pandemia". A ricordarlo è Massimiliano Padula, docente di comunicazione alla Pontificia Università Lateranense. "Dobbiamo superare una pastorale che si esaurisce nella tecnologia per mettere al centro la bellezza del dato di fede e riuscire così a incarnarla nel contesto comtemporaneo sempre più orientato dalle logiche e dagli spazi del digitale". "Recuperare l'incarnazione e il mistero è oggi fondamentale per ogni prassi pastorale sia off-line che on-line", conclude il presidente della Copercom.
Con noi:
Don Benoni Ambarus, direttore Caritas diocesana di Roma
Massimiliano Padula, docente di Scienze della Comunicazione sociale, Pontificia Università Lateranense, presidente Copercom (Coordinamento Associazioni per la comunicazione)
Conduce:
Fabio Colagrande