Covid: scienza e fede non si escludono e curano la malattia ma anche l'uomo - 17.04.2020
"La vita continua, perché è più grande del coronavirus e di noi. Si fermano le attività produttive e commerciali non essenziali e cambiano le modalità di insegnamento nelle scuole e nelle università. Anche i nostri rapporti interpersonali prendono forme diverse. Quello che non cambia, che resta perché è eterno, è l’amore di Dio in Cristo per l’uomo. Studiarlo e così (ri)scoprirlo nella nostra vita è urgente, per dare senso, valore, forza alla ricerca e alla cura dei pazienti con Covid-19". "Occorre però tenere presente, spiega don Colombo, sacerdote e ricercatore, per comprendere la variabilità interindividuale nel contrarre la Covid-19, anche la differente capacità naturale di risposta immunitaria delle persone che entrano a contatto con il coronavirus (parliamo di “capacità naturale”, perché sinora non abbiamo la possibilità di una risposta stimolata da una vaccinazione specifica contro il SARS-CoV-2)". "La forza con cui il nostro corpo risponde ad un attacco virale dipende da diversi fattori di natura genetica (polimorfismi, studiati dalla immunogenomica e dalla immunogenetica), epigenetica (chemochine e interleuchine) e cellulare (linfociti B, T killer e T citotossici), ma anche legati all’età (i bambini e i giovani mediamente reagiscono meglio degli anziani, nei quali la risposta immunitaria può essere meno pronunciata), al sesso, alle condizioni metaboliche (per esempio, il diabete mellito) e allo stato nutrizionale, alla presenza di patologie (come i tumori) o terapie immunodepressive, alla precedente esposizione ad agenti patogeni batterici e/o virali, e all’assunzione di sostanze che compromettono la capacità di difesa immunitaria dell’organismo". "Nessuno di noi ha una capacità di contrattaccare i virus identica all’altro, anche se esistono categorie di persone più deboli ed altre più forti nella lotta del loro organismo contro le infezioni".
Nella Messa a Santa Marta, Il Papa ha ringraziato i farmacisti che lavorano in questo tempo caratterizzato dalla pandemia per aiutare le persone malate. In Italia sono otto i farmacisti morti a causa del coronavirus. L'ultimo decesso è avvenuto sabato 11 aprile, quando "si è spenta la collega Reanna Casalini, colpita da COVID-19. Reanna, fino all'ultimo, ha operato a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, nella distribuzione dei farmaci veterinari", ha commentato il presidente della Federazione degli ordini dei Farmacisti italiani (Fofi), Andrea Mandelli.
Con noi:
don Roberto Colombo, genetista, teologo, docente Università cattolica di Milano, per anni ricercatore del Dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano;
Piero Uroda, presidente Associazione Farmacisti cattolici;
Conduce: Luca Collodi