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Migranti e detenuti, due facce dell'esclusione sociale ai tempi del coronavirus.

L'Europa non volti le spalle ai profughi. Un accorato appello affinché il coronavirus non diventi un pretesto per ignorare l'allarmante situazione dei profughi rimasti senza soccorsi nel Mediterraneo è stato lanciato dal Centro Astalli attraverso le pagine del quotidiano Avvenire. Padre Camillo Ripamonti esprime  serie preoccupazione per la sorte di decine di bambini, donne e uomini in balia delle onde nel Mediterraneo. Intanto, è arrivata notizia di un nuovo avvistamento dell'imbarcazione con circa 55 persone a bordo di cui si era persa traccia. Il gommone, in serie difficoltà, si trova in mare da 5 giorni senza aver ricevuto alcun soccorso.

Resta difficile anche la situazione nelle carceri italiane, dove le condizioni di sovraffollamento rischiano di diventare un micidiale veicolo di infezione per il coronavirus. Perplessità da parte dell'Garante nazionale per i detenuti Mauro Palma per l'annunciato ricorso a centinaia di braccialetti elettronici per tentare di alleggerire gli istituti di pena, anche perché molti detenuti sono giunti ormai alla fine del proprio percorso carcerario e potrebbero scontare il resto della pena ai domiciliari senza il ricorso a una misura che sembra diretta più a far presa sull'opinione pubblica, che a soddisfare una reale necessità.

 

 

Ospiti della puntata:

padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli

Mauro Palma, Autorità nazionale garante dei diritti delle persone private della libertà

14 aprile 2020