Don Di Medio: "Non si perda la memoria delle scoperte interiori fatte durante la pandemia"
"Per noi parroci è un momento funambolico", ammette don Alessandro Di Medio, parroco a San Francesco Saverio, a Roma, riflettendo sulle doverosse cautele da adottare in questa fase diripresa delle celebrazioni in presenza di popolo. "C'è stata, nella prima fase della quarantena, una strana frenesia fanatica di chi pretendeva di fare finta che non stesse avvenendo nulla di nuovo. In questo ho visto una mancanza di fede - dichiara il parroco - perché la fede è l'ascolto obbedenziale di Dio nel presente e il Signore ci ha chiamato a seguirlo nel deserto". Don Alessandro indica nella formazione l'aspetto più importante della pandemia: "Viviamo una emergenza educativa: dobbiamo lavorare sulla formazione spirituale, liturgica, alla preghiera e al discernimento perché si rivela utile in momenti di scontro tra fazioni che non avrebbero avuto motivo di esistere. Speriamo - conclude - che non si perda la memoria tornando a una presunta normalità: le scoperte di noi stessi, il ripensamento delle nostre relazioni, una sobrietà acquisita, la questione ecologica adesso non vengano macinate dal tran tran di una vita che riprende il suo corso di sempre".
Con noi:
Don Alessandro Di Medio, parroco a San Francesco Saverio, a Roma;
Laura Scaglia, guida turistica a Bergamo
conduce:
Antonella Palermo