L’utero in affitto, un dramma che colpisce donne e bambini in Ucraina e non solo
Nell’esortazione apostolica post sinodale Amoris laetitia Papa Francesco parlando della piaga della violenza sulle donne si soffermava anche sulla pratica dell’“utero in affitto”. In Ucraina, prima che iniziasse l’invasione russa, la Biotexcom, colosso internazionale leader nella fecondazione assistita, pubblicava un video in cui si diceva pronta a proteggere le madri "surrogate" e i neonati in caso di aggressione da parte della Russia e mostrava un bunker antiatomico dove potessero trovare rifugio. Sul dramma dell' "utero in affitto", si sofferma Eugenia Roccella, giornalista e scrittrice che si occupa di temi legati alla donna e alla maternità, sottolineando la disumanità di questo metodo di commissionare i figli: significa "trattare come oggetti i bambini e come un contenitore le donne che li portano in grembo". Un'opzione commerciale, non altruistica. Nei casi più ricorrenti, con "l'utero in affitto" si possono arrivare a coinvolgere tre donne diverse - due madri con un contributo biologico e una madre legale che ha commissionato la gravidanza - ma tecnicamente si potrebbero avere fino a quattro madri con un contributo biologico, spiega poi Assuntina Morresi, professoressa di chimica fisica all’università degli studi di Perugia, membro del Comitato nazionale di bioetica e presidente del movimento per la Vita dell’Umbria.
Conduce: Debora Donnini