"Women's cry": 26 scatti ritraggono le donne nel mondo per generare cambiamento
E' stato un viaggio meraviglioso, ci ha dato tanto. Così la giovane Marianna Beltrami descrive, nel podcast, il percorso compiuto assieme a sua madre, Lia Beltrami, regista e produttrice, per realizzare la mostra "Women's cry". Si tratta di 26 scatti realizzati da 8 fotografi che ritraggono la vita di donne, anche di madri, nelle periferie del mondo: ci sono le donne dell'Amazzonia che coltivano manioca, le ragazze che ballano in una favela del Brasile, le suore in Togo. Sono esposte nel mese di maggio nel colonnato di sinistra di Piazza San Pietro, in Vaticano.
"L'idea è che le persone siano catturate dagli occhi di queste donne, invisibili per il mondo. Guardando i loro occhi, lasciamoci interrogare dalle loro storie, dal loro dolore, e insieme dalla loro forza", dice Lia Beltrami da sempre impegnata a fianco delle donne con i suoi filmati e la sua attività. Ad ogni foto, tra l'altro, è associata una frase tratta dall'Enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti. "La dimensione spirituale specie nelle situazioni di fragilità - ricorda Lia Beltrami - è il primo motore, fa scattare la molla per queste donne per avere una speranza". Il percorso è stato ideato da Lia e Marianna Beltrami assieme all'Osservatorio mondiale delle donne, in collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione.
Conduce: Debora Donnini